Crisi, chi lascia posti? Per Arena strada in salita, i capigruppo: «Noi no»

Crisi, chi lascia posti? Per Arena strada in salita, i capigruppo: «Noi no»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 12 Agosto 2021, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 21:34

«I numeri di Fondazione sono quelli iniziali, la cosa non riguarda noi». «Non credo che Forza Italia in questo momento possa essere generosa con gli altri partiti». «Se dovessero toglierci un assessore, è chiaro che ci risentiremmo». Che la via è strettissima, per il sindaco Giovanni Arena, lo certificano così i tre capigruppo di maggioranza – Gianmaria Santucci, Giulio Marini e Andrea Micci – a fronte del riequilibrio chiesto da Fratelli d’Italia. Ma ora aspettano che sia lui a fare una sintesi.

Dopo l’azzeramento della giunta, sul fronte Lega, Micci ricorda che «noi lo avevamo chiesto tempo fa, ma dalle altre forze politiche non è giunta risposta. Ora non si presentano in consiglio e questo atteggiamento è insopportabile». La mossa che secondo lui «andava fatta allora: adesso è assurdo perdere tempo, quando abbiamo la certezza dell’arrivo di 71 milioni». Se FdI dovesse ottenere un terzo assessore a scapito della Lega, Micci si risentirebbe? «Certo, quella del sindaco però è la mossa dell’extrema ratio. Ora se c’è una soluzione bene, se no prendiamo altre strade».

Fondazione ribadisce che alcuni settori sono in difficoltà, come terme, rifiuti e verde pubblico. «Abbiamo chiesto una riorganizzazione – dice Santucci – poi se FdI rivendica un riequilibrio credo sia legittimo.

Ma siamo partiti con due consiglieri, sei ciascuno Lega, Fi e FdI. Noi siamo come eravamo, quindi la cosa non ci riguarda: la partita va giocata tra i partiti che hanno cambiato la loro disposizione interna. Incontri? Non sono ancora fissati».

Anche i berluscones si chiamano fuori. «Non credo che Forza Italia – spiega Marini - ora possa essere generosa verso altri partiti». Detto questo, tra discorsi su «Provincia, Comuni e palazzo dei Priori, Arena aveva due strade: l’azzeramento o le dimissioni. A un certo punto non aveva i numeri da FdI e Fondazione, un’altra volta da noi: ha capito che c’era un problema». Strada rischiosissima però: Marini da sindaco aveva optato per le dimissioni. «Questi sono inizi che non sai mai come vanno a finire. Ma se saltiamo sono a rischio i fondi statali».

Intanto i meloniani chiedono di fare presto. «Siamo disponibili a confronti, cui abbiamo sempre presenziato – commenta Buzzi - cosa che altri partiti non hanno fatto sempre. Più che metterci a disposizione del sindaco non possiamo fare, la palla passa a lui: credo che i tempi ci siano, ma credo anche che sia importante per la città dare una risposta il prima possibile».

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