Per i tre l’accusa è di corruzione, detenzione e spaccio di stupefacenti in carcere in concorso. Secondo quanto accertato in fase d’indagine, i fatti sarebbero accaduti nel penitenziario viterbese tra il 2018 e il 2019. Marito e moglie, con la complicità dell’agente che avrebbe intascato diversi soldi, sarebbero riusciti a far entrare all’interno della struttura ingenti quantità di hashish e cellulari con sim intestate a ignari personaggi.
Le indagini, svolte da personale di Polizia penitenziaria e coordinate dalla Procura di Viterbo, avrebbero ricostruito una serie di attività illecite. Secondo l'accusa, l'agente, approfittando della sua posizione, avrebbe portato all'interno della struttura penitenziaria hashish e numerosi telefoni cellulari di ridotte dimensioni, completi di schede sim intestate a soggetti fittizi. L'indagine sarebbe scattata dal riscontro dei tanti telefoni cellulari che nel solo anno 2019 il reparto di Penitenziaria di Viterbo ha sequestrato a vari detenuti: 35 apparecchi, rispetto a una media annuale che precedentemente aveva raggiunto i 5 o 6.
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