Centro storico, le richieste dei commercianti al Comune: «Dialogo e più controlli»

Gaetano Labellarte, operatore commerciale
di Luca Telli
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 14:47

«La verità è che una soluzione nel breve periodo non c’è». Gaetano Labellarte, presidente dell'associazione dei negozianti Facciamo Centro, prende il nemico di petto. Snocciola numeri reali, quelli degli incassi crollati che disegnano un 2020 in profondo rosso pronti a mettere a dura prova la sopravvivenza aziende, e si sforza di guardare avanti senza girare lo sguardo dall’altra parte.

«Viviamo un momento storico senza precedenti ma cerchiamo di essere comunque propositivi, con altri commercianti stiamo lavorando per provare se non a ripartire, almeno a resistere – spiega -. Ci sono diversi ipotesi di cui stiamo valutando la fattibilità, entro qualche giorno contiamo di avere una risposta. Riportare gente al centro quando gli assembramenti sono il pane quotidiano del contagio non è impresa da poco».

 Critico sull’ipotesi di una scontistica sui parcheggi proposta da una parte del settore: «Perché tra quello a pagamento del Sacrario, Valle Faul e l’altro da poco inaugurato fuori le mura il problema è trascurabile e la cura del tutto inadeguata» spiega, all’amministrazione comunale rimprovera poca elasticità, interventi fuori campo e un immobilismo di fondo.

«La costante un po’ per tutto – spiega Labellarte –  l’intera città è rimasta ferma al palo». Con l’unico provvedimento preso in favore dei commercianti che resta la sospensione della ztl in via San Lorenzo: «Che se può avere una valenza e un sostegno ha la pecca importante di garantire una sola area lasciando il resto del centro sprovvisto».

Parole che rievocano le polemiche sull’estate viterbese e gli spettacoli concentrati nella zona di San Pellegrino degli anni scorsi ma, precisa subito dopo Labellarte, che non vanno in direzione di uno scontro tra le due costole commerciali cittadine alle quale anzi si richiama per un’unità di intenti.

«Commercianti, ma non solo, devono sostenersi in questo momento. Abbiamo già visto cosa significa negozi chiusi: è la fine del centro. Il Comune? I miracoli non si chiedono a nessuno, sinergia e confronto sarebbero opportuni». Come il controllo, più serrato e mirato. «Il problema non sono i negozi. Da settimane siamo al centro di una campagna di demonizzazione quando, invece, se c’è un luogo sicuro dove le norme di sicurezza vengono rispettate sono proprio le attività». Una visione condivisa da tutti gli esercenti che chiedono uno sforzo maggiore a Prefetto, forze dell’ordine e Comune per la tutela della salute pubblica. La chiusura di alcune strade e piazze dalle 18 alle 24, sette giorni su sette, decisa il 28 ottobre dal sindaco Arena ha concentrato le forze invece di capillarizzarle. «Per avere una controprova – spiegano i commercianti – basterebbe fare un giro fuori della ‘zone rosse’ nel fine settimane, vedere quello che succede e poi contare i verbali di contravvenzione».

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