Un nuovo tesoro emerge dalla necropoli di Tarquinia: 10 tombe ricche di tesori

Una parte del corredo funebre rinvenuto
di Diego Galli
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Sabato 15 Gennaio 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 13:14

Nuovi tesori emergono dalla celebre necropoli dei Monterozzi di Tarquinia, che continua a stupire dopo dei recenti scavi di emergenza condotti dalla Soprintendenza. 10 tombe etrusche, tutte risalenti tra VIII e V secolo a.C. sono state scoperte a pochi metri di distanza dalla Tomba dei Tori e da quella degli Auguri. A stupire maggiormente, tuttavia, è il corredo funebre, di enorme valore, ritrovato in una delle tombe.

Un vero miracolo, vista l’estrema vicinanza alla strada del luogo di sepoltura che, negli anni, è stato più volte preda di ladri. Come hanno spiegato gli archeologi della società Eos Arc, impegnati nei lavori, la suddetta tomba era già stata in realtà violata, ma in epoca antica. I profanatori dell’epoca, alla ricerca di metalli preziosi, avevano fortunatamente abbandonato le ceramiche e gli altri oggetti facenti parte del corredo funebre.

“La tomba risale alla prima metà del VII secolo a.C. – spiega Daniele Federico Maras, funzionario della Soprintendenza per il territorio di Tarquinia – È del tipo ‘gemino’, cioè costituita da due camere indipendenti affiancate, quasi identiche tra loro e aperte a sud-ovest su altrettanti vestiboli a cielo aperto, cui si accede tramite una ripida scaletta.

Tutto il materiale è stato ritrovato in frantumi, probabilmente rotto intenzionalmente dagli scavatori clandestini per cercare immaginari tesori nascosti nei vasi. Per fortuna, però, i frammenti sono stati lasciati in terra e ora sono finalmente al restauro, per essere restituiti alla pubblica fruizione”. 

Oltre a voler riassemblare e restaurare l’intero corredo, così che possa essere messo a disposizione del pubblico, la Soprintendenza ha previsto anche di rendere la “Tomba Gemina” visitabile. Una volta completato lo scavo e la messa in sicurezza, infatti, sarà aggiunta ai siti della necropoli dei Monterozzi aperti ai turisti.

“In questo modo – spiega con soddisfazione il Soprintendente Margherita Eichberg – si porta a compimento la vocazione del Ministero della Cultura, attraverso una filiera unitaria che porta dalla tutela alla valorizzazione senza soluzione di continuità. L’intervento in somma urgenza si è reso necessario per porre rimedio a un danno; ma ora, grazie all’impegno degli archeologi della Soprintendenza, l’emergenza è stata trasformata in un’opportunità di conoscenza e promozione culturale”.

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