​Sparatoria nella pineta di Montalto, perquisizioni nei covi dell’indagato

Polizia
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 6 Luglio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 15:49

Sparatoria nella pineta di Montalto, perquisizioni nei covi dell’indagato. Continuano senza sosta le indagini della Squadra Mobile e del commissariato di Tarquinia per risolvere il caso di tentato omicidio avvenuto sabato scorso. La polizia, dopo aver perquisito la pineta dove è avvenuta la sparatoria, sta proseguendo passando al setaccio tutti i possibili covi dell’aggressore.

La sparatoria sarebbe avvenuta sabato scorso dopo le 20 tra i cespugli della pineta marittima di Montalto di Castro. Il trentenne tunisino, colpito all’addome, sarebbe riuscito a raggiungere la strada dove è stato notato da un automobilista che lo avrebbe soccorso e portato in ospedale a Tarquinia in gravi condizioni. Qui i medici lo hanno sottoposto a un delicato intervento che gli ha salvato la vita. Poche ore dopo il trentenne è stato interrogato dagli investigatori, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, e avrebbe fornito importanti particolari che hanno indirizzato le indagini proprio sull’uomo che al momento risulta indagato a piede libero per il tentato omicidio.

Si tratta di un connazionale della vittima di 30 anni.

I due, in base a quanto ricostruito, condividevano la vita di strada e l’attività di spaccio lungo la litoranea. E’ proprio sull’attività di spaccio che si sta concentrando l’attività investigativa. La sparatoria, infatti, potrebbe essere legata a un regolamento di conti per debiti da risolvere. Da tempo quel tratto di pineta, poco fuori la Marina, sarebbe il punto prediletto degli spacciatori tunisini, che grazie al favore della vegetazione riescono a vedere dosi ai ragazzi senza farsi vedere dalle forze dell’ordine.

Dietro a questo spazio infatti potrebbe nascondersi un’organizzazione criminale che assolda senzatetto che hanno bisogno di lavoro per mandarli a spacciare nei luoghi della movida. I due tunisini, vittima e aggressore, infatti sono entrambi senza fissa dimora e dormivano in tende nascoste nella pineta. Non sempre a Montalto di Castro, in base alle esigenze del mercato dello spaccio, si spostavano lungo la litoranea finendo anche nella provincia di Grosseto.

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