La morte di Sestina è stato un omicidio, la famiglia della ragazza dal sollievo al dolore

Caterina Acciari, mamma di Maria Sestina Arcuri
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 20:14

«Sestina è morta perché il fidanzato l’ha uccisa». La sentenza della Corte d’Appello di mercoledì sera ha segnato un punto di svolta non solo per la vita di Andrea Landolfi, che è entrato nell’aula di Corte d’Assise di secondo grado da innocente e ne è uscito da colpevole, ma anche per tutti i familiari della vittima. Presenti durante la lettura della sentenza.

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Le prove

«La mamma di Sestina, la signora Caterina è scoppiata a piangere.

Un pianto pesante e pieno di amarezza - racconta l’avvocato di parte civile Vincenzo Luccisano -, era soddisfatta perché sapevamo che il materiale probatorio era importante e poteva cambiare la storia che aveva scritto il Tribunale di Viterbo. Ci credevamo e in quelle ore di attesa, quando i giudici erano riuniti in camera di consiglio, eravamo tutti fiduciosi. Soprattutto perché la sentenza della Corte d’Assise di Viterbo era veramente incoerente e contraddittoria. Aveva omesso molte prove anche quelle importanti come tracce di sangue nel bagno di sotto».

Ma il sollievo di mamma Caterina è durato poco, al suo posto un dolore lacerante. «E’ subentrata la consapevolezza che la figlia è stata uccisa, è questa la cosa che più l’ha toccata - dice ancora Luccisano -. Andrea Landolfi stato condannato a 22 anni di carcere per omicidio e non per omissione si soccorso. E per una madre ascoltare quelle parole è stato doloroso».

Tra tre mesi saranno rese note le motivazioni che hanno spinto i giudici di secondo grado a stabilire la colpevolezza del 33enne romano. «Un dato certo - spiega l’avvocato di parte civile - è che con lo stesso materiale probatorio si è giunti a una conclusione diversa. Perché è vero che è stata fatta la rinnovazione istruttoria, ma non c’è stata nessuna nuova perizia. Nemmeno la nonna di Andrea, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ha fornito elementi nuovi sulla vicenda. Così come i consulenti e i periti che hanno semplicemente confermato quanto detto a Viterbo. Per questo siamo molto soddisfatti, perché  giudici della Corte d’Assise d’Appello ci hanno dato ragione».

A Roma per la sentenza non c’era solo la mamma di Sestina ma anche i suoi due fratelli che hanno accompagnato la signora Caterina in questo viaggio dalla Calabria. «Sono venuti perché credono ancora nella giustizia - conclude Luccisano - e la volevano fortemente per la loro figlia e sorella». 

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