“Temo che mia figlia sarà costretta a perdere molti altri giorni di scuola, non sapendo come raggiungerla”. Stefania Radicati è una dei tanti genitori che dal 18 gennaio sono alle prese coi nuovi orari delle superiori. Sua figlia, 17 anni, frequenta il liceo scientifico Ruffini di Viterbo. Ha però la sfortuna – perché tale è diventata la circostanza di non abitare nel capoluogo per gli studenti pendolari – di vivere a Bolsena. La sua storia si ripete, del resto, per decine di adolescenti che risiedono in uno dei tanti piccoli centri della Tuscia.
“La prima settimana di scuola, visto che nella sua classe gli altri alunni, essendo in maggioranza di Viterbo, non hanno aderito allo sciopero, sono stata costretta a prendere i permessi al lavoro per accompagnarla. Ma questa settimana non ho potuto, né è possibile per mio marito portare nostra figlia in auto”, racconta. Il punto è che, quando la 17enne ha il secondo turno, ovvero ingresso alle 10 e uscita alle 15, non ha un mezzo per raggiungere il liceo. “In teoria – testimonia Radicati – su carta il Cotral prevedere due corse utili: una alle 9 e una alle 9,20. Lunedì mia figlia era alla fermata per prendere il pullman delle 9, non è passato. Ha aspettato fino alle 9,38: nessuna traccia nemmeno del secondo. Allora ho dovuto chiamare mia cognata che ha preso di corsa la macchina”. Martedì, non avendo nessuno disponibile per un passaggio in auto nell’eventualità che il bus non passasse, la studentessa è stata costretta a restare a casa.
“Nella giustificazione – specifica la madre – ho spiegato che l’assenza era dovuta alla mancanza di un mezzo pubblico per entrare a scuola alle 10”.
Problemi simili, tra le altre zone della provincia, anche per i ragazzi della Teverina che frequentano l’istituto Dalla Chiesa di Montefiascone. Da Graffignano gli studenti denunciano di non avere mezzi utili per andare a scuola. Altri, infine, lamentano lamentano l'assenza di coincidenze.