Una panoramica della situazione arriva anche dall'assessore allo Sviluppo economico, Alessia Mancini: «Non sappiamo quale sarà il futuro prossimo del Caffè, cercheremo comunque di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per permettere alla città di vivere uno dei suoi luoghi simbolo», dice. Le strade che si aprono, in una susseguirsi di voci semi-confermate, portano a due imprenditori locali; uno dei quali sarebbe pronto ad acquistare la struttura nella sua interezza, comprese le mura. L'eventuale riuscita del progetto, che nel corso degli anni è stata per gli imprenditori più una sacca di bonaccia che porto di scambio, passerà da un cambio di rotta lungo un sentiero e ostacoli.
Difficoltà evidenziata in ultimo da Salvatori che, tra le altre cose, ha tirato in ballo il basso numero di persone in centro durante la settimana. Criticità evidenziata anche dai commercianti, con un primo bilancio dei saldi a pochi giorni dalla chiusura che non lascia dormire sonni tranquilli. Difficoltà non nascoste neppure da Mancini: «Schenardi rappresenta una scommessa per chiunque. Per questo, tra le idee messe sul tavolo, c'era quella di potenziare il suo aspetto di bottega storica - dice - e di trasformarlo poi anche in un punto informazioni. Nessun tradimento verso il concetto di base del caffè storico, piuttosto un ulteriore riferimento per i turisti».
A ribadire la centralità di Schenardi, anche un gruppo di commercianti del Corso, tra loro Riccardo Streni titolare di Naldi. Lo scorso dicembre ha messo in piedi dal nulla una sfilata per accendere le luci sul centro. «Forse non è più il cuore pulsante ma potrebbe tornare a esserlo - dice Streni - e il caffè storico ha le potenzialità per diventare una motrice per il rilancio».
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