Omicidio di Mammagialla, difesa e Procura ricorrono in Appello

Il carcere di Viterbo
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Martedì 16 Marzo 2021, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 10:12

Omicidio di Mammagialla, difesa e Procura ricorrono in appello. Il 29 ottobre 2020 Sing Khan, 35enne indiano, fu condannato dalla Corte d’Assise di Viterbo a 14 anni di reclusione. Khan il 29 marzo del 2019 uccise con 10 sgabellate il compagno di cella Giovanni Delfino. E quella non era la prima volta che provava a uccidere qualcuno, per questo era ristretto in carcere.
La Corte d’Assise presieduta dal giudice Gaetano Mautone lo ha considerato, come da perizia psichiatrica, parzialmente sano di mente, concedendogli solo uno sconto. La difesa, lette le motivazioni, ha deciso di giocare la carta dell’Appello con la speranza che il parziale vizio di mente in secondo grado venga giudicato totale. Così da rivedere sostanzialmente la sentenza. La Procura, ovviamente, per le ragioni contrarie. 


Khan in questo momento è rinchiuso Rems (residenza per le misure di sicurezza) dove ha iniziato a scontare la pena e allo stesso tempo riceve cure per la sua malattia mentale.

L’ultima udienza in Corte d’Assise si aprì proprio con le parole dell’imputato che dall’acquario si disse dispiaciuto per quanto successo. «Ero nervoso e triste per i miei problemi sessuali. Non mi sento più maschio».

Parole che per la parte civile e la difesa avrebbero sottolineato quanto lui sia totalmente incapace di capire l’entità di quanto accaduto. Per questo la richiesta di revisione della sentenza di primo grado davanti alle Corte d’Appello di Roma. Prima udienza il 20 aprile prossime.

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