L’esperimento è riuscito. Una fiumana di persone ha attraversato la mega teca trasparente davanti al parcheggio del Sacrario per fare acquisti. “Sono passate oltre duemila persone. Gente che è entrata non solo per fare una passeggiata, ma che è uscita con le buste piene in mano”, ha spiegato il presidente di Slow Food Lazio, Luigi Pagliaro.
Un mercato sui generis. Al suo interno ha ospitato una ludoteca ed esposizioni artistiche. “I genitori hanno potuto intrattenersi un po’ di più a parlare con i produttori, mentre i figli erano impegnati in attività formative svolte da associazioni locali. Un’altra sala è stata occupata da una mostra fotografica permanente”.
“E’ stato un crescendo – ha detto Francesco Amendola -. La prima settimana è stata un po’ difficile trattandosi di una novità, poi piano piano la gente semplicemente si è accorta della nostra presenza ed è entrata. Era una sfida rianimare un luogo non conosciuto per i viterbesi e farne il primo esperimento di mercato coperto. Sia i viterbesi sia i turisti hanno mostrato grande apprezzamento”.
E dopo aprile cosa succederà? “E’ l’inizio di un percorso”. La meta finale porta a piazza Fontana Grande, dove procedono i lavori per la realizzazione del mercato coperto stabile, progetto Pnrr, all’interno dell’ex tribunale. “Chi è interessato a questa offerta deve avere in città un punto di riferimento”, ha affermato la sindaca Frontini, parlando di “una alleanza solida tra noi e i produttori”. Lo spazio a Valle Fual dove tradizionalmente si svolgeva il mercato all'aperto di Tuscia in Bio non verrà comunque abbandonato.
L’assessore comunale all’agricoltura Silvio Franco ha ricordato che l’agricoltura è uno dei temi su cui si fonda la candidatura di Viterbo a capitale della cultura europea 2030. "La presenza di un mercato coperto oltre a qualificare la nostra candidatura, potrebbe rivelarsi determinante per la stessa vittoria".
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