Lazio Pride a Viterbo, gli organizzatori: «E' stato un successo. Peccato per le istituzioni»

Lazio Pride a Viterbo, gli organizzatori: «E' stato un successo. Peccato per le istituzioni»
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Lunedì 11 Luglio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 15:53

“Abbiamo dimostrato che a Viterbo le persone lgbt non solo esistono e sono visibili, ma hanno anche il supporto di tante e tanti”. Anna Claudia Petrillo, responsabile regionale di Lazio Pride, fa un bilancio della manifestazione che sabato scorso ha riempito le strade e le piazze della città dei papi (finita la parata, la festa è continuata a San Pellegrino). “Ci avevano detto – prosegue - che Viterbo non era un territorio semplice. Invece è andata benissimo, in linea con gli altri pride di provincia”.

“Io sono ancora emozionata, non credevo che sarebbe arrivata tutta questa gente”, commentava a fine evento Alice Castri, la giovane viterbese che dal palco ha raccontato di essere stata discriminata ai tempi delle scuole. “Penso che Viterbo da domani sarà un po' diversa. Ma il cambiamento va sostenuto nel tempo”. Castri è nel direttivo locale di Arcigay. Tramite lo sportello arcobaleno, l’associazione offre assistenza a ragazzi e genitori: “A settembre – ha annunciato - vogliamo organizzare dei corsi per formare personale sempre più preparato ad accogliere chi cerca aiuto”.

“Speravamo in una presenza maggiore dei rappresentanti delle istituzioni, ne prendiamo atto”, ammette Virginia Migliore, sempre di Arcigay. Il vice presidente della Provincia Pietro Nocchi, il vicesindaco Alfonso Antoniozzi e la senatrice Maiorino gli unici a sfilare. “Le istituzioni non hanno dato una risposta chiara e forte, molti patrocini sono arrivati a ridosso dell’evento.

Quasi un contentino. Alcuni Comuni non ci hanno neanche dato un riscontro". Allo stesso tempo Castri e Migliore ringraziano "tutti gli altri enti che invece ci hanno offerto il loro sostegno, come il Comune Villa San Giovani in Tuscia, il primo in assoluto ad aderire”.

Per Viterbo il ritorno di immagine è stato positivo. Ne è certa Irene Temperini, presidente Pro loco. L'associazione è stata tra i principali "sponsor" del pride: sui social la foto dell’ombrello arcobaleno in piazza San Lorenzo è divenuta un simbolo, raggiungendo 32mila persone. “E’ stata una manifestazione bella e composta, senza eccessi, a differenza di come credeva qualcuno. Il successo dell’evento è stato vedere tanta gente abbracciare la causa delle persone lgbt, sposare le ragioni di un altro”.

Non ha convinto molto la Pro loco, invece, lo slogan: fuori dal medioevo. “Che invece è stato un periodo molto colorato e che ha dato vita a quello che di bello vediamo a Viterbo oggi: fontane, palazzi, torri. Chiamarsi fuori dal medioevo può sembrare chiamarsi fuori dalla città. Invece la comunità lgbt ne deve essere assolutamente parte”.

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