Cantiere abusivo, a processo ex assessore con altre sei persone

Cantiere abusivo, a processo ex assessore con altre sei persone
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 11:08

Abusi d’ufficio e d’edilizia, al via il processo all’ex assessore all’Urbanistica di Montefiascone, Massimo Ceccarelli, e ad altre sei persone. Accusati, a vario titolo, di violazioni al testo unico di materia di edilizia e di abuso l‘ufficio. Tutto ruoto intorno ai permessi rilasciati dal Comune di Montefiascone per la realizzazione di un fabbricato residenziale su un’area ubicata in località Poggio del Crognolo. 

L’inchiesta della Procura di Viterbo muove da un esposto presentato nel 2017 da tre sorelle, proprietarie del terreno confinante. «Un giorno sono andata nella mia proprietà - ha spiegato una delle donne - e con grande stupore ho notato un muro con solaio, che quindi cubava, che arrivava praticamente al confine con la mia terra. Essendo un architetto ho capito che poteva essere un illecito, visto che doveva essere almeno a 5 metri dal confine. Ho chiesto informazioni al Comune di Montefiascone che mi ha risposto che era tutto regolare che le richieste a costruire erano a norma. Non convinta ho fatto un accesso agli atti e guardato tutti i vari progetti e scoperto che la parte che io vedevo esterna avrebbe dovuto essere tutta interrata e la cubatura non mi convinceva».

E’ stato così che la donna ha «presentato un esposto». I primi a leggere l’esposto sono stati i carabinieri forestali di Montefiascone che alcuni giorni dopo si presentano sul cantiere. «I permessi a costruire risalgono al 2010 - ha affermato il comandante -, ce ne sono molti, così come le varianti e le volture.

Da un sopralluogo tecnico dell’aprile 2017, la violazione era vistosa. Nonostante questo il 6 maggio del 2017 viene presentata una variante per il fabbricato per sfruttare la legge sul Piano Casa. Negli stessi giorni viene rimosso il tecnico comunale che aveva addotto motivi ostativi con un altro (oggi imputato) che dà il via libera al cantiere».

Dopo pochi giorni la Procura sequestra tutto. Gli imputati sono tutti gli attori che hanno avrebbero avuto un ruolo su questa vicenda. Dal titolare dell’impresa, al tempo assessore comunale, al progettista abilitato che avrebbe falsamente attestato nella dichiarazione alla richiesta di permesso la conformità delle opere; e ancora dal secondo progettista che avrebbe incaricato il costruttore a predisporre documentazione tecnica al Comune attestando falsamente dichiarazioni Dia al responsabile tecnico dell’amministrazione che, in qualità di pubblico ufficiale, avrebbe violato le normative vigenti.

Non solo: che avrebbe indebitamente revocato l’ordinanza di sospensione dei lavori emessa dal responsabile del settore, procurando quindi un ingiusto vantaggio al costruttore.

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