​Minacce di morte alla madre e al fratello per comprare droga e alcol, in carcere cinquantenne

Polizia
di Maria Letizia Riganelli
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Martedì 13 Giugno 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:57

Minacce di morte alla madre e al fratello per comprare droga e alcol, definitiva la condanna per un 50enne viterbese. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Viterbo dove dovrà scontare un anno e 8 mesi di reclusione. L’ordine di esecuzione è stato eseguito venerdì scorso dalla la Squadra Mobile della Questura di Viterbo.

Tra agosto e ottobre del 2019 il 50enne avrebbe resto impossibile la vita ai suoi congiunti collezionando una serie di minacce e atti persecutori che avrebbero fatto spaventare così tanto la madre da richiedere l’aiuto delle forze dell’ordine. L’uomo, affetto da una cronica dipendenza da alcool e droga che, nonostante avesse un lavoro, spesso chiedeva sostegno economico alla madre ed al fratello. «Nel 2019, tuttavia, le richieste - spiega la Questura - si erano intensificate dopo l’improvvisa decisione di licenziarsi, andando così interamente a gravare sul bilancio familiare con quotidiana esigenza di denaro. Non trovando più l’appoggio della famiglia l’uomo ha iniziato ad indirizzare continui messaggi di minaccia nei confronti della madre e del fratello, ingenerando in loro un sempre più acuto stato d’ansia e di timore per la propria incolumità».

Dopo mesi di pressanti e violente richieste di denaro il 50enne, probabilmente in preda a una crisi, si è presentato a casa del fratello minacciandolo con un coltello da cucina.

Non riuscendo ad entrare avrebbe raggiunto la madre che in quel momento si trovava nel supermercato Lidl a fare la spesa. Il 50enne è entrato nel negozio e le avrebbe lanciato il coltello da cucina sul carrello dicendo: “Giuro sulla tomba di mio padre che lo scanno”.

L’imputato si riferiva al fratello che non aveva voluto aprirgli la porta e non aveva assecondato l’ennesima richiesta di denaro. La donna - spaventata per la propria vita e quella del figlio minore, scampato al pericolo per un soffio - ha presentato una querela e, all’esito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile diretta dal dirigente Emanuele Vaccaro e coordinata dalla Procura di Viterbo, è stato rinviato a giudizio e, al termine del processo, condannato. Ieri, in esecuzione del provvedimento dell’autorità giudiziaria, il 50enne è stato arrestato e condotto a Mammagialla per espiare la pena di un anno e otto mesi di reclusione.

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