Maltrattamenti in famiglia, il comandante Antonazzo: «In 10 mesi 55 casi»

La presentazione degli affreschi
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Venerdì 24 Settembre 2021, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 15:58

Cinquantacinque maltrattamenti in famiglia, 44 atti persecutori e 11 violenze sessuali. E ancora: un adescamento di minori, 4 atti sessuali con minori e un tentato omicidio. Tutto in appena 10 mesi nel Viterbese. I numeri sono quelli dell’Arma dei carabinieri.

«Da inizio anno - ha spiegato il comandante provinciale Andrea Antonazzo - ci sono state 66 denunce, tre arresti e 33 misure di prevenzione, utili per allontanare chi metteva in pericolo la vita di un’altra persona». Da oltre due anni nella caserma di via S. Camillo De Lellis esiste una “stanza tutta per sé”. Una stanza speciale dove le donne, i bambini, le vittime di violenza di genere possono entrare, parlare e raccontare. La stanza è stata inaugurata nel 2019 ed è un progetto del club internazionale Soroptimist. Un’associazione che con attenzione e dedizione è riuscita a creare protocolli con le forze dell’ordine per realizzare le stanze dell’ascolto.

Ieri mattina la stanza della caserma di Viterbo, la prima realizzata nel Lazio, è stata di nuovo inaugurata. Gli studenti dell’istituto Orioli di Viterbo l’hanno decorata con affreschi in grado di infondere calore a chi sente di aver perso tutto. Alla presentazione erano presenti tutti i vertici dell’Arma, la presidente dell’Orioli Simonetta Pachella, la presidente del Soroptimist e autorità locali.

A raccontare gli affreschi gli studenti Francesco Filoscia e Sofia Brunetti. I disegni, i colori, le idee ai ragazzi coinvolti dagli insegnanti dell’Orioli sono arrivate nel periodo del Covid. Lo stesso che ha fatto impennare i casi di maltrattamenti in famiglia.

«Questo fenomeno - ha spiegato il comandante Antonazzo - è una piaga grave. Purtroppo la stanza non previene ma è un la violenza di genere, ma è un modo per rendere meno gravoso il cammino delle donne che denunciano». Nella caserma trovato un aiuto importante, non solo per uno spazio dedicato ma anche perché sono assistite e continueranno ad esserlo per tutto il percorso che dovranno affrontare. «Questo progetto è molto importante - ha spiegato la presidente di Soroptimist Giovanna Verrico -. Da medico dico che prevenire è meglio che curare per questo la collaborazione con la scuola è fondamentale. Educare, parlarne nei progetti è fondamentale».

Soroptimist e l’associazione Andrea Checchia - Un amico per tutti, per ringraziare gli studenti di quanto fatto hanno donato una lavagna Lim all’Istituto.«Progetti come questi - ha concluso la preside - continueranno. E’ importante anche per l’approccio che i ragazzi sviluppano con l’Arma, un approccio di fiducia, laddove dovesse diventare necessario».

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