Sia chiaro: non sappiamo se l'ennesima ombra sulle delibere del Capodanno in piazza si traduca in atti illeciti. Ci sono organi deputati a controllare e verificare queste cose, uffici territoriali governativi e giudiziari (non solo amministrativi), che già avrebbero dovuto farsi sentire nei precedenti casi ai confini delle regole, materia prima per l'autorità anti-corruzione. Se non l'hanno fatto ci sarà un perché.
No, qui il punto dirimente è un altro. Avere uno stile si concretizza nel non dare nemmeno lontanamente l'impressione di poter fare come ci pare. Così come nel rispondere a richieste di chiarimenti, critiche, accuse. Anche se possono sembrare strumentali o temerarie. Se così non fosse uno come Salvini, nume tutelare di questa maggioranza, starebbe al 12% (a esagerare). Perché in democrazia si parla anche con la stampa - quella libera e non sponsorizzata, magari - e si spiega che non ci sono date di atti che ballano, al ritmo di meu amigo Charlie, Charlie Brown. Se si è in grado di dimostrarlo.
Invece si resta spiazzati, a dir poco, quando l'attuale maggioranza di Arena snobba tutti e va avanti con il contorno di un imbarazzato silenzio (Arena, vogliamo parlare della Sala Regia concessa a un comizio di neofascisti?), insistendo con certe decisioni ripetutamente contrassegnate da un'ombra. E non basta che poi non ci siano illeciti accertati. Se il sindaco si riduce a dialogare con il suo popolo, composto anche da quelli che non lo hanno votato, attraverso un'inaugurazione al mattino e una al pomeriggio, beh siamo messi malino. Non c'è stile.
Uno stile che non si può non riconoscere a sindaci come Meroi, Gabbianelli, Marini. Finanche a Michelini, che gli stessi viterbesi hanno bocciato a furor di popolo alle ultime elezioni. Arena quello stile non ce l'ha. Tanto da far rimpiangere perfino Michelini.
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