La battaglia elettorale del viterbese Torroni: «Con Lardone per cambiare il calcio laziale»

La battaglia elettorale del viterbese Torroni: «Con Lardone per cambiare il calcio laziale»
di Marco Gobattoni
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Sabato 19 Dicembre 2020, 10:04

La data ufficiale sarà il 9 gennaio, le elezioni federali che si terranno ad inizio del 2021 saranno le più importanti degli ultimi trenta anni. Ci sarà da scegliere il nuovo presidente del Comitato Regionale del Lazio e il suo consiglio; in sostanza gli organi che per i prossimi quattro anni governeranno il calcio dilettanti laziale. Una diramazione che parte dalla vetta dell’Eccellenza e scende fino alla Terza categoria, comprendendo Calcio a 5, campionati femminili e la grande giostra del calcio giovanile. A votare saranno tutti i club del Lazio, a patto che abbiano nella propria griglia una prima squadra o una formazione juniores. La sfida è in stile americano: due presidenti a contendersi fino all’ultimo voto; da una parte Melchiorre Zarelli presidente da oltre trenta anni che quattro anni fa fu rieletto all’unanimità con il 58 per cento dei club aventi diritto che partecipò al voto. Lo sfidante di questa volta però sembra avere le carte giuste per vincere: Luigi Lardone, presidente dell’Ostia Mare imprenditore nel settore informatico e dell’innovazione con STM Group che vanta 250 dipendenti, proverà a scalzare dal trono il navigato Zarelli che punta alla riconferma. Per tentare l’impresa, Lardone, avrà al suo fianco anche un viterbese: Francesco Torroni, patron della Polisportiva Monti Cimini nel calcio da tanto tempo, ha deciso di sostenere il presidente dell’Ostia Mare nella sua battaglia elettorale.

«Fino ad un mese fa non sapevo nemmeno che ci sarebbero state le elezioni – racconta Torroni – il presidente Lardone ha voluto incontrarmi e la sera mi ha detto che mi avrebbe voluto nella sua squadra per questa avventura elettorale.

Ci ho pensato sopra un po' poi ho accettato con entusiasmo: Lardone è un grande imprenditore ed è arrivata l’ora di cambiare l’indirizzo del calcio regionale». Una spinta al cambiamento che Torroni ritiene non più rinviabile e che secondo lui dovrà servire a rilanciare un mondo, quello dei dilettanti, messo in ginocchio dalla pandemia.

«In questi anni il rapporto con Zarelli non è stato facile – ammette il patron dei gialloneri – il Comitato Regionale si è spesso chiuso dentro una campana di vetro senza aprirsi ad un confronto serio con i club. Una gestione verticistica, quasi sovietica mi verrebbe da dire. In questo momento il calcio dilettanti si gioca il futuro: i club hanno bisogno di risposte e aiuti rapidi, ma qui dallo scorso marzo si è visto poco o nulla».

Dialogo, ascolto e confronto: queste le parole d’ordine di Torroni.

«Se dovessimo vincere le elezioni dal giorno dopo partirà un confronto leale e aperto con tutte le società. Finora c’è stata troppa incertezza e poca programmazione: magari si hanno idee diverse ma la Figc regionale è la casa del calcio dilettanti; è lì che si devono trovare le soluzioni giuste cercando l’essenziale confronto con i club. Ripartenza del calcio dilettanti a febbraio? Qualche perplessità ce l’ho, ma il problema non è quando si tornerà in campo, ma quanti club saranno in grado di farlo».  

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