Di contro, non è piaciuta la posizione di Confesercenti e di Confimprese che, lunedì, avevano dato parere negativo all'operazione bollandola come dannosa e controproduttiva per lo sviluppo del centro storico. Appare però certo che uno spazio maggiore per il parcheggio, liberato dai banchi, non sarà la panacea per i problemi che affliggono i negozi all'interno della cinta muraria. Che continuano a lamentare perdite e, in alcuni casi (gli ultimi nella zona di via San Lorenzo e con il grosso punto interrogativo legato al caffè Schenardi) a tirare i remi in barca e giù la saracinesca.
La ricetta dell'amministrazione per ora non sta dando, numeri alla mano, i risultati sperati. E con la minaccia della nuova zona commerciale sulla Cassia Nord, e il collegamento tra l'area del cimitero e quella che attualmente ospita il Parco dei Papi, la situazione rischia di precipitare. Lo sanno i commercianti che, da parte loro, stanno cercando di prendere le contromisura adatte per scongiurare il collasso.
«Lo spostamento del mercato è un segnale, che da una parte tutela i negozi del centro nell'unico giorno rimasto utile per gli affari. E dall'altra può contribuire a rivitalizzare un quartiere, ma deve essere un inizio - dice Gateano Labellarte, presidente di Facciamo centro - perché Viterbo, sul piano commerciale e qualitativo, offre più di tante altre realtà. Ma nel corso degli anni è stata trascurata dal punto di vista promozionale, dell'arredo urbano e della pulizia. Per far rinascere il centro servono interventi strutturali».
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