Già nel 2013 la proprietà aveva proposto la mobilità per 73 lavoratori allo scopo di ridurre i costi. La procedura rientrò grazie a un accordo coi sindacati che prevedeva il ricorso a contratti di solidarietà. Poi questa opzione è saltata. Nel febbraio del 2014, poi, un blitz della Guardia di Finanza aveva portato al sequestro di numerosi faldoni dopo l'esposto presentato da Uil Fpl, Fials, Ugl Sanità e Usb, che segnalavano come lì fosse in atto una truffa ai danni dello Stato e dei lavoratori.
«Dal 2012 ad oggi - continuano dalla struttura - la situazione si è aggravata tanto da non consentire altra soluzione se non adottare forme più incisive di ristrutturazione e risanamento». Nel 2013 le perdite ammonterebbero a 463mila euro, mentre nel 2014 arriverebbero a un milione. Di qui la scelta della mobilità, dell'esternalizzazione dei servizi ausiliari e della riorganizzazione di tutti gli altri. «È incomprensibile - commenta Mario Malerba, Cisl - come, a fronte di un costo del personale non medico che incide per circa il 50 %, si attivino ulteriori iniziative per ridurre questi costi penalizzando chi già ha stipendi al limite della sopravvivenza. E' anche anomalo che la Regione non verifichi quanto grava il personale sul bilancio di soggetti accreditati, né controlli i contratti di lavoro applicati in una logica di sana competizione tra le strutture. Faremo il possibile per salvare i posti a Villa Rosa così come in altre strutture».