Danni dei cinghiali, indennizzi parziali e non per tutti. Scoppia la protesta degli agricoltori: «Ci rivolgeremo al tribunale»

Danni dei cinghiali, indennizzi parziali e non per tutti. Scoppia la protesta degli agricoltori: «Ci rivolgeremo al tribunale»
di Simone Lupino
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Domenica 5 Novembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:27

Le risorse stanziate dalla Regione Lazio per i danni causati dalla fauna selvatica alle colture agricole e agli allevamenti zootecnici non basteranno a indennizzare tutte le aziende e gli imprenditori viterbesi messi in ginocchio dagli assalti di cinghiali, lupi e altri animali. Anche chi otterrà i soldi si dovrà accontentare di riceverne solo una parte, sia a causa della modalità di calcolo degli indennizzi, sia per la quantità di risorse a disposizione.


E’ quanto si legge su due deliberazioni della direzione agricoltura pubblicate nei giorni scorsi. Le domande ammesse e finanziate nella Tuscia sono 118. Il contributo totale che sarà erogato ammonta a 215 mila euro. A monte, invece, prima di essere scremato, l’importo degli indennizzi era di 543 mila euro. L’equivalente di quanto stanziato a livello regionale per i risarcimenti in tutte le provincie. Al momento non si conosce il numero delle aziende escluse. Con un successivo atto saranno approvati “gli elenchi definitivi relativi alle ditte ammissibili ma non finanziabili per carenza di fondi e alle ditte non ammissibili ad indennizzo”.


“E’ la stessa storia che si ripete ogni anno. Diverse centinaia di migliaia di euro di danni alle produzioni agricole e zootecniche, intere aziende letteralmente massacrate, tante dichiarazioni di solidarietà e alla fine indennizzi parziali e irrisori per allevatori e agricoltori”, attacca senza giri di parole il presidente provinciale Giovanni Pira di Agri Viterbo, che chiede da tempo lo stanziamento di maggiori risorse e un cambio di regime nel calcolo degli indennizzi. “I nostri appelli sono inascoltati.

Eppure l’agricoltura rappresenta il settore primario, il principale motore dell’economia nella Tuscia”.


Si annuncia battaglia nelle aule di tribunale. Pira spiega che Agri Viterbo come associazione di categoria è a disposizione per offrire tutela di tutti gli agricoltori anche in ambito di risarcimento per i danni da fauna selvatica, “con l’obiettivo di ottenere il cento per cento”. Il presupposto è una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 41429 del 23 dicembre 2021, che segna “una inversione in questo tipo di contenziosi: non è più l’agricoltore a dover dimostrare la negligenza e l’imperizia da parte dell’ente proprietario degli animali, ma è l’ente che deve provare il caso fortuito”.


Sul fronte degli abbattimenti dei cinghiali, dalla Regione è arrivato anche il via libera ai nuovi piani di prelievo in selezione nei due ambiti di caccia della Tuscia, per un totale di 1607 capi in un anno. Numeri che secondo Agri Viterbo non sono ancora sufficienti. “Ci sono varie soluzione per risolvere questo problema, quella principale secondo noi consisterebbe nel permettere agli agricoltori di difendersi, dare loro la possibilità di abbattere i cinghiali sul territorio aziendale”.

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