I segreti di Civita Castellana stanno tornando alla luce. Dopo l'apertura degli scavi a Falerii Novi (Fabrica di Roma) è ora il turno dell'area di Vignale, la prima Falerii, la città più antica (caduta in mano romana, secondo la tradizione nel 241 a.C.) che sorgeva su due colli: uno più esteso, dove oggi si trova l'attuale centro storico di Civita Castellana e l'altro appunto il Vignale. Quest'ultimo di dimensioni minori e rimasto sostanzialmente privo di costruzioni sino ad oggi ed utilizzato nel corso dei secoli a scopi agricoli, come suggerito dal nome stesso.
«Da lunedì scorso- dice l'archeologa Maria Cristina Biella- si è aperta la prima campagna di scavo a Vignale, condotta dal Dipartimento di Scienze dell'Antichità (Insegnamento di Etruscologia e antichità italiche). Gli inizi dei lavori sono stati preceduti da due anni di studi preventivi, basati sull'applicazione di tecniche di indagini non invasive (voli multispettrali e termici da drone e georadar) e su ricognizioni territoriale estensive. Per l'anno in corso si è scelto di aprire due ampi saggi per una superficie di 200 metri quadri, ai fini di sondare in primo luogo l'attendibilità dei risultati delle indagini condotte dal 2020 e allo stesso tempo lo stato di conservazione delle stratigrafie antiche e delle eventuali strutture presenti sul colle».
Gli scavi, condotti in regime di concessione del ministero della Cultura e in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale e grazie ad un finanziamento della Fondazione Carivit, continueranno sino a venerdì 1° luglio e vedono coinvolti quindici studenti e giovani ricercatori della Sapienza dell'Università di Roma e della Università di Leiden (Olanda).