Il progetto nasce dal percorso svolto da un gruppo di lavoro composto da italiani, israeliani ed africani sul tema dell’immigrazione. Entrando in contatto con luoghi dove risiedono immigrati clandestini (ex fabbrica della penicillina in via Tiburtina e Baobab Experience) vengono esplorate le loro storie, dai luoghi d’origine dell’Africa centrale, ai viaggi che hanno dovuto affrontare per fuggire da situazioni violente, su verso il nord Africa, passando per i centri di raccolta in Libia, fino alle traversate in mare. Da queste storie sono stati estratti modelli narrativi sviluppati per la scena arrivando alla composizione di uno spettacolo prevalentemente visivo, che superando le barriere linguistiche fosse in grado di raccontare le esperienze raccolte e di riproporle a chi le aveva fornite, in un lavoro di scambio e cooperazione capace di essere testimonianza delle esperienze vissute. «L’incontro tra culture, il superamento delle barriere attraverso la conoscenza e il contatto, la scoperta di un’umanità condivisa e indivisibile sono quello che fin qui abbiamo trovato e quello che continueremo a cercare».
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