Civita Castellana, furbetti della cig nel distretto ceramico. Silenzi imbarazzanti dopo la denuncia

Civita Castellana, furbetti della cig nel distretto ceramico. Silenzi imbarazzanti dopo la denuncia
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Sabato 12 Settembre 2020, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 18:50
Produzioni dell'arredo bagno dall'estero nel distretto ceramico, un argomento che scotta. Anche se, come sostiene la Cisl provinciale, una piccola parte di imprese ne sta facendo ricorso, a scapito della maggioranza, per continuare a tenere in cassa integrazione i dipendenti. Le associazioni imprenditoriali (Unindustria e Federlazio) per ora hanno prese tempo e non si sono espresse. Così come la Filctem-Cgil, che ha deciso di restare in silenzio «per non alimentare polemiche».

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In campo la politica locale, che ha trovato nel tema un motivo per scuotere un dibattito elettorale non esaltante e proporre qualche soluzione. Per i candidati sindaco è stato un ottimo gancio. «L'abuso della cassa integrazione, messo in atto in maniera poco onesta ha detto Domenico Cancilla (foto) candidato Pd - è ancora più grave in un periodo di crisi sanitaria ed economica come questo. È necessario ottenere il riconoscimento di un marchio dop per la tutela dei prodotti ceramici di qualità del territorio. Per combattere la concorrenza sleale dei paesi che, in violazione di ogni diritto dei lavoratori e della salute, producono ceramiche di qualità scadente a prezzi bassissimi, ottenuti a discapito delle condizioni di lavoro degli operai».

Anche Luca Giampieri (candidato del centrodestra) non è da meno. «La difesa dei prodotti in ceramica che sfornano le aziende civitoniche dice - e che lavorano sul territorio è uno dei punti principali del nostro programma. Solo tutelando gli imprenditori onesti si può crescere. Un marchio può essere la soluzione».

Rifondazione comunista è ancora più decisa: «Il caso segnalato dalla Cisl è emblematico ha detto Yuri Cavalieri - ma non isolato. E sebbene non rappresenti la totalità delle aziende, ci sono casi di abuso di contratti precari - stage, formazione e garanzia giovani - usati come lavoro subordinato ordinario che vanno combattuti». Maurizio Selli del M5S attacca: «La classe politica locale è stata sempre a guardare e questa sua assenza si è vista. Un marchio territoriale darebbe una spinta in più ed eliminerebbe i furbetti».
 
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