A Roma studenti al freddo in una scuola su tre

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A conteggiare tutte le risorse che ogni anno Campidoglio e Città Metropolitana isolano nei rispettivi bilanci per permettere l'accensione degli impianti di riscaldamento in 1.469 scuole (1.124 di Roma Capitale e 345 dell'ex provincia) c'è da sgranare gli occhi. Più di 30 milioni di euro investiti dai due enti per non lasciare aule, laboratori, palestre al freddo. Messa così si dovrebbe poter pensare agli studenti della Capitale come a bambini e ragazzi abbracciati quotidianamente dal tepore delle classi. Perché in teoria di fronte ad impegni così corposi non dovrebbero esserci interruzioni sul servizio erogato. Invece la realtà è un po' diversa. La raccontano bene a denti stretti i rappresentati d'istituto, i docenti, le famiglie costrette ad andare dal pediatra perché il figlio, iscritto alla materna o alle elementari, ha già sviluppato la bronchite. Coperti dai piumini e dai cappotti nell'inverno di Roma che già si è palesato, gli alunni in una scuola su tre restano al freddo. Il motivo? Le caldaie o sono guaste e dunque da riparare e nella peggiore delle ipotesi da sostituire oppure funzionano a intermittenza. Piegate poi nelle ultime settimane dai temporali che hanno allagato, compromettendole, gli scantinati o i box esterni dove sono state allestite. Il problema, argomenta più di un dirigente scolastico riguarda la manutenzione preventiva.