Banksy rivendica con un video i graffiti apparsi in Ucraina

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Sono sette i graffiti che Banksy, misterioso artista e writer britannico di Bristol, rivendica d'aver realizzato di proprio pugno in Ucraina come atto di solidarietà verso le vittime dell'intervento militare russo. La certificazione arriva con un video diffuso in queste ore sul suo profilo Instagram: dove le immagini delle opere tracciate in diverse località ucraine, anche fra le macerie di siti bombardati nei mesi scorsi, si accompagnano alla melodia di una canzone folk locale (eseguita da due musiciste di strada) e alle testimonianze di un paio di passanti. Banksy si auto attribuisce non solo graffiti già certificati come suoi, quale ad esempio quello raffigurante un Vladimir Putin messo al tappeto con una mossa di judo, ma anche un paio di disegni bollati come falsi da «esperti» o ammiratori: dall'anziano che si fa il bagno sul muro di un edificio diroccato alla donna con la maschera antigas. Non manca infine lo sberleffo di un organo sessuale maschile inserito con il gessetto al posto del missile d'ordinanza sul graffito di un mezzo militare contrassegnato dalla Z delle forze d'invasione di Mosca.

Il video, tra un immagine di distruzione e l'altra, si chiude con la sovrascritta «In solidarietà con il popolo ucraino». Il viaggio compiuto in Ucraina da Banksy non è d'altronde la prima missione fatta in un teatro di conflitto per esibire in prima persone la propria arte, in nome dell'impegno politico, sociale e pacifista: famose restano anche le sue opere a favore della causa palestinese e contro il muro di separazione innalzato da Israele entro la linea di confine della Cisgiordania.