Turisti italiani in Egitto sulle orme della Sacra Famiglia

Turisti italiani in Egitto sulle orme della Sacra Famiglia
di Alix Amer
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Sabato 22 Febbraio 2020, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Le relazioni italo-egiziane sono state straordinariamente intense nei secoli e si sono rafforzate anno dopo anno. Economia, turismo e in particolare la cultura sono stati punti fermi per le due civiltà. Oggi un legame (ancora più forte) è: la Sacra Famiglia. Il governo ha investito molto nei luoghi percorsi da Gesù, Maria e Giuseppe in Egitto, con interventi strutturali. Il Cammino religioso sta diventando “l’altro turismo”, un vero e proprio pellegrinaggio.



Un viaggio nella terra dei Padri del deserto. E della nascita del monachesimo. L’area dello Uadi Natrun, quella di Minia, di Assiut, sono soltanto alcuni dei luoghi che in Egitto hanno visto la fioritura del cristianesimo orientale. E che ora sono parte di un nuovo itinerario turistico – da affiancare a quello classico delle antichità faraoniche – voluto dal governo del Cairo insieme al patriarcato della chiesa copta.

L’imprenditore George Ayad, leader nello sviluppo di sistemi legati al petrolio e presidente dell’organizzazione (Eocba), ha accolto in questi giorni il secondo gruppo di italiani in visita nei luoghi Sacri al Cairo. Una delegazione composta da religiosi e professionisti, tra loro il sindaco di Salemi, Domenico Venuti

«Il legame tra Italia ed Egitto è sempre più forte. Sono felice di aver accolto il secondo gruppo di turisti italiani in visita per il Cammino Sacro. Presto ne arriverà un terzo – spiega George Ayad - E tante altre iniziative sono in cantiere nei prossimi mesi. L’attenzione per il Cammino della Sacra Famiglia abbiamo constatato che è sempre più alta. Entro l’estate le tappe saranno quasi tutte aperte. Il governo ha investito molto per la ristrutturazione dei luoghi». L’organizzazione di Ayad sta promuovendo i pellegrinaggi proprio per far scoprire un altro lato del Paese. E intanto è quasi terminata una delle tappe più importanti che sarà visibile dal prossimo giugno: l’albero della Vergine a Matariya. Così come il monastero Gabal El Teir a Minya.
 

 

Accanto all’imprenditore egiziano ci sono Basem Salama responsabile della comunità egiziana per gli affari esteri (Eocba) e il portavoce e social manager (Eocba) Ali Maklad. «La cultura è la chiave importante per i nostri paesi, una priorità. È sulla cultura che si fonde un legame stretto da sempre», aggiunge l’imprenditore Ayad, che ha organizzato questo importante viaggio nei minimi dettagli e con eccellenti misure di sicurezza da parte del Governo egiziano.

C’è da dire che sono almeno venticinque i luoghi egiziani che sostengono di essere stati attraversati dalla Sacra Famiglia che per oltre tre anni e mezzo ha attraversato il Sinai, il delta del Nilo, dirigendosi verso Wadi el-Natrun, prima di fermarsi alle porte del Cairo per poi stabilirsi in città e infine tornare verso casa attraverso l’Alto Egitto. È il nuovo itinerario che sempre più turisti italiani – e non solo pellegrini – stanno percorrendo, per andare alla scoperta di un lato inedito di questo splendido Paese.
Un altro lato che rivela il volto più spirituale dell’Egitto.

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