Città del Vaticano - Dopo avere avviato una energica azione di pulizia nella struttura capitolare di San Pietro, Papa Francesco è passato alla fase due, che prevede la messa in sicurezza dei conti di un'altra basilica patriarcale, quella di santa Maria Maggiore dove spesso si reca a pregare davanti alla Madonna Salus Populi Romani. Un luogo a lui caro pieno d'arte e di storia ma offuscato da recenti episodi opachi tra canonici finiti sotto processo per cattiva gestione e persino un cardinale sepolto (cinque anni fa) in una delle cappelle nonostante abbia coperto pedofili seriali. Uno scandalo.
Francesco ha sostanzialmente commissariato Santa Maria Maggiore affidando il compito di mettere ordine ai conti, agli appalti, alla amministrazione degli asset immobiliari. La scelta è caduta su un prelato della Segreteria di Stato, monsignor Rolandas Makrickas; finora aveva curato l'amministrazione della Segreteria di Stato ma dopo lo svuotamento delle competenze finanziarie della Prima Sezione a favore dell'Apsa era finito tra il personale da ricollocare. Sarà lui a curare i beni del capitolo che ammontano a centinaia di milioni di euro tra palazzi, appartamenti, terreni frutto di lasciti accumulati nel corso dei secoli.
Mackrickas, di origine lituana, rimarrà in carica con la formula del donec aliter proviteatur, fintanto che il pontefice non provvederà altrimenti. Nel suo lavoro sarà affiancato da tecnici dell'Apsa, del Governatorato e della Segreteria dell'Economia rendendo omogenea la gestione con i criteri di riferimento contabili adottati in curia sotto la spinta delle riforme amministrative.
Il Papa con questo ultimo atto ha sottratto la conduzione economica della basilica al Capitolo, una sorta di board formato da sacerdoti piuttosto in là con l'età, e probabilmente non in grado garantire efficienza, trasparenza e competenza. Il passaggio avviene con le prossime elezioni del Capitolo. Ai canonici resta solo il compito di «assolvere a tutte le funzioni liturgiche e promuovere l'attività pastorale per favorire la partecipazione attiva e la cura dei fedeli». Nella cerchia dei prelati polacchi legati a Giovanni Paolo II, il commissariamento è stato letto come uno schiaffo al cardinale polacco Stanislaw Rilko, attuale arciprete della basilica.
A lui viene addebitata la colpa di non essere riuscito a far fronte ai cambiamenti richiesti.
Nella nuova fase commissariale è scontato che l'attenzione maggiore sia verso il settore immobiliare collocato sotto l'occhio vigile dell'Apsa e della Segreteria della Economia. Il processo di revisione sugli immobili era già stato parzialmente avviato cinque anni fa quando a capo della Segreteria dell'Economia c'era il cardinale George Pell. Le denunce che arrivarono sul suo tavolo portarono anche ad aprire una inchiesta su un consistente ammanco di denaro.
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