Papa Francesco consegna i Palli ai nuovi arcivescovi in segno di unità ma la cristianità non è mai stata tanto divisa

Papa Francesco consegna i Palli ai nuovi arcivescovi in segno di unità ma la cristianità non è mai stata tanto divisa
di Franca Giansoldati
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Giovedì 29 Giugno 2023, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 14:01

Città del Vaticano – Fuori dalla basilica di San Pietro, sotto un sole africano, le composizioni floreali lungo via della Conciliazione sembravano simboliche opere d'arte sul tema della pace fatte con petali di fiori. L'infiorata del Vaticano in omaggio al Papa per i santi patroni della città, Pietro e Paolo, martirizzati, secondo la tradizione, il 29 giugno 67 ha dato il benvenuto ad oltre seimila fedeli. Dentro la basilica c'erano tutti i cardinali presenti a Roma che celebravano con Francesco uno dei riti più solenni, la benedizione dei Palli, i paramenti liturgici, costituiti da una striscia di stoffa di lana bianca sulla quale sono ricamate le croci destinati agli arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell'anno. I Palli sono simbolo di unità con Roma e del compito pastorale di chi li indossa. 

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Papa Francesco era avvolto in una veste rossa e sedeva accanto all'altare. Visto che non può camminare ancora una volta è stato il decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re a concelebrare. Nell'omelia Francesco ha sottolineato ancora una volta il tema dell'unità della sua Chiesa in uscita, un cammino dove le periferie sono al centro della sua attenzione. «È bello se diventiamo una Chiesa al tempo stesso estroversa, che non trova la sua gioia nelle cose del mondo, ma nell’annuncio del Vangelo al mondo, per seminare nei cuori delle persone la domanda su Dio.

Portare ovunque, con umiltà e gioia, il Signore Gesù: nella nostra città di Roma, nelle nostre famiglie, nelle relazioni e nei quartieri, nella società civile, nella Chiesa, nella politica, nel mondo intero, specialmente là dove si annidano povertà, degrado, emarginazione». 

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In basilica c'era una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, in segno di unità cristiana anche se mai in questo momento la cristianità è divisa a causa della guerra in Ucraina che ha spezzato, forse per sempre, il cammino ecumenico  che era in itinere all'interno del mondo ortodosso e non solo. Oggi pomeriggio l'inviato del Papa a Mosca, il cardinale Matteo Zuppi celebrerà una messa nella cattedrale cattolica e incontrerà al Patriarcato di Mosca Kirill, il leader degli ortodossi russi, criticato dagli altri patriarchi (e dal Papa stesso che lo aveva definito un chierichetto di Stato) per la benedizione incondizionata data alla guerra di aggressione di Putin, definendola una azione santa perché capace di estirpare il male che si annida nell'Occidente. 

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Nella consegna dei palli anche quest'anno c'è tutta la linea di Papa Francesco di dare spazio alla internazionalità della Chiesa. Gli arcivescovi europei sono: Ivan Maffeis, di Perugia (Italia) Norbert José Henri Turini, di Montpellier (Francia); Enrique Benavent Vidal,  di Valencia(Spagna); Mate Uzinić,  di Rijeka (Croazia); Ladislav Nemet, di Belgrado (Serbia); Giovanni Checchinato, di Cosenza  (Italia); José María Gil Tamayo,  di Granada (Spagna); Francisco José Prieto Fernández,  di Santiago de Compostela (Spagna); Laurent Le Boulc’h, di Lille (Francia); Dražen Kutleša, di Zagabria (Croazia); Adrian Józef Galbas, di Katowice (Polonia); José Cobo Cano, di Madrid (Spagna); Luc Terlinden, A di Mechelen-Brussels (Belgio).

Le Americhe saranno rappresentate da Luis Fernando Rodríguez Velásquez, di Cali (Colombia); José Carlos Souza Campos, di Montes Claros (Brasile); Misael Vacca Ramírez, di Villavicencio(Colombia); Juarez Sousa da Silva,  di Teresina (Brasile); Cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo,  di Caracas (Venezuela); Hugo Alberto Torres Marín,  di Santa Fe de Antioquia (Colombia); José Vicente Nácher Tatay, di Tegucigalpa (Honduras); Michael Leniham, di San Pedro Sula (Honduras); Helizandro Terán Bermúdez, di Mérida (Venezuela); Frank Leo, di Toronto (Canada); Jorge Ignacio García Cuerva,  di Buenos Aires (Argentina); George Leo Thomas, di Las Vegas (Stati Uniti d’America); Paulo Jackson Nóbrega de Sousa,  di Olinda e Recife (Brasile). Gli asiatici invece sono Simon Ok hyun-jin, di Gwangju (Corea); Victor Barnuevo Bendico, di Capiz (Filippine); Julius Sullan Tonel, di Zamboanga (Filippine).

Dopo la messa, a mezzogiorno, si è affacciato dal Palazzo Apostolico per la recita dell'Angelus. Ha salutato i romani nel giorno del santo Patrono, gli organizzatori dell'infiorata e poi il suo pensiero è volato all'Ucraina. «Sono stati allestiti bellissimi tappetti floreali ispirati alla pace. Questo ci dice di non stancarci di pregare per la pace specialmente per il popolo ucraino che ogni giorno è nel mio cuore».

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