E' davanti a una grande fotografia scattata la scorsa settimana a Lampedusa da una fotoreporter della Reuters che Papa Francesco si commuove. Sull'aereo che lo sta portando a Marsiglia per prender parte al raduno degli episcopati che si affacciano sul Mediterraneo, tiene in mano l'immagine, si tratta del primo piano di un bambino di un paio d'anni arrivato con la sua mamma proveniente dal Camerun. «Li tengono nei lager libici e poi li buttano in mare».
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E' una visita lampo in Francia che non durerà che un giorno e mezzo, ma si presenta densa di attese. «Spero di poter dire tutto quello che voglio dire sull'immigrazione» confida ad una giornalista spagnola, mentre sul volo Ita passa a salutare tutti, uno ad uno. «Questa città è la porta, la finestra sul Mediterraneo».
«C'è la crudeltà degli sbarchi. La situazione di Lampedusa è una terribile mancanza di umanità». Il primo appuntamento che ha in agenda oggi è la preghiera nel santuario di Nostre Dame de la garde, il tempo di una sosta spirituale e poi andrà alla grande stele che ricorda i marinai scomparsi, un monumento di bronzo eretto due secoli fa, davanti al quale commemorerà in silenzio tutte le persone che sono state inghiottite dal mare. Di seguito il primo incontro con tutti i leader religiosi di Marsiglia e due migranti, in rappresentanza di coloro che sono alla ricerca di una seconda vita possibilmente migliore. Marsiglia, la meta di questo viaggio, è una città multiculturale che soffre da tempo e in modo cronico per i problemi dell'integrazione. Dagli inizi dell'anno si contano decine di omicidi dovuti ad una situazione esplosiva nella cintura periferica circoscritta nel Quartiere Nord, abitato quasi totalmente da nuovi immigrati.
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