Madrine e padrini aboliti dai battesimi e cresime, ecco cosa sta succedendo nelle diocesi italiane

«Nell'odierno contesto socio-ecclesiale l'ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, ha perso il suo valore originario», sostiene il monsignor Giacomo Cirulli

Madrine e padrini aboliti dai battesimi e cresime, ecco cosa sta succedendo nelle diocesi italiane
di Franca Giansoldati
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Sabato 4 Marzo 2023, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Piano piano quasi tutte le diocesi italiane si stanno adeguando al cammino introdotto ad experimentum dalla Cei. L'ultimo vescovo che in ordine temporale ha annunciato ai suoi parroci e ai fedeli che nei territori di sua competenza, Teano, Sessa Aurunca e Caiazzo, verranno abolite le figure del padrino e della madrina sia nei battesimi che nelle cresime è stato monsignor Giacomo Cirulli. «Nell'odierno contesto socio-ecclesiale l'ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, ha perso il suo valore originario». Anche in questo caso si tratta di una decisione adottata in via sperimentale per la durata di tre anni.

Abolizione dei padrini e delle madrine, cosa succede 

Lo stesso hanno già fatto tante diocesi piemontesi, toscane, emiliane, siciliane, venete.

Un test che fa seguito ad un lungo e interessante dibattito sulla religiosità in Italia e su come viene trasmessa la fede. Sempre più vescovi concordano nel ritenere queste figure utili e positive ma solo se la loro presenza nella vita del bambino resta effettivamente costante e non si limita al giorno del battesimo o della cresima. Considerando che anche nei battesimi celebrati dal Papa in Cappella Sistina il giorno dell'Epifania non ci sono più padrini e madrine, la Cei ha aperto la possibilità di effettuare un sondaggio e capire come procedere in futuro.

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La spiegazione

«Ormai l'ufficio di padrino nei due sacramenti del battesimo e della confermazione ha perso il suo significato originario» ha detto il vescovo emerito di Trapani, Domenico Mogavero, spiegando che generalmente queste persone si dileguano e non seguono il cammino di crescita umana e spirituale dei bambini. Mentre dovrebbero prendere per mano i piccoli e insegnare loro le tappe della fede, affiancando negli sforzi i genitori. 

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Come si sono mosse le diocesi

Tra le prime diocesi italiane ad introdurre questo test è stata quella Sulmona, in Abruzzo, dove sul territorio la decisione è stata anticipata da un sondaggio capillare. La domanda cruciale che il vescovo Michele Fusco ha posto a tutti i parroci era tutt'altro che marginale ai fini della crescita spirituale dei ragazzi e della trasmissione della fede cristiana: chi sono realmente coloro che portano in chiesa i neonati durante il rito del battesimo o accompagnano i ragazzini al momento della cresima?

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Anche secondo questo vescovo non è sufficiente essere dei buoni amici di famiglia o  dei parenti stretti se poi manca tutto il resto, e cioè l'impegno costante e convinto a seguire il bambino negli anni del catechismo, ad insegnargli le prime preghiere o semplicemente a parlargli della presenza di Dio. Considerando la progressiva perdita della fede dell'Italia forse per la Chiesa è arrivato davvero il momento di analizzare meglio il ruolo di queste figure e soprattutto il peso che dovrebbero esercitare sul «figlioccio». 

Per il momento i contraccolpi all'abolizione dei padrini e delle madrine sembrano essere limitati, quasi inesistenti. Si sono registrate timide reazioni, a metà strada tra il perplesso e l'incuriosito poi tutto è finito lì. 


Meno messe e niente padrini e madrine

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