Con un gesto inaudito, ottant'anni fa esatti, il 19 luglio 1943, in condizioni drammatiche Pio XII volle andare nel quartiere San Lorenzo da solo e senza scorta proprio dove c'erano appena stati violenti bombardamenti, per abbracciare i romani. Ci andò senza preavvisi, con le macerie ancora fumanti. Quel momento immortalato in rare immagini e raccontato dal Messaggero nelle cronache dell'epoca, è stato evocato stamattina all'Angelus da Papa Francesco che ricordando quei giorni difficili, facendo un paragone tra la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e il conflitto in corso nel cuore dell'Europa che rischia di estendersi. («Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Com’è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra. e preghiamo per il caro popolo ucraino, che soffre tanto»).
Pio XII, oggi sulla via della santità, fu una figura di assoluto riferimento durante l'occupazione nazista e la guerra mondiale. L'uscita straordinaria dalla città del Vaticano di Papa Pacelli per visitare San Lorenzo costituisce un fatto eccezionale che ebbe un enorme impatto sulla gente considerando l'epoca e la personalità di quel pontefice piuttosto refrattario ai contatti umani. Ma di fronte alla distruzione di un intero quartiere della capitale non ebbe esitazioni di sorta. Si racconta che tornando in Vaticano, i suoi collaboratori si accorsero che la sua veste bianca era macchiata di sangue e si preoccuparono che fosse ferito. «Non è il mio sangue. Questo è il sangue di Roma» avrebbe detto. Successivamente vi fu anche un altro bombardamento, stavolta nel quartiere di San Giovanni in Laterano. Anche in quella occasione, dalle immagini d'epoca, si percepisce il calore e l'impatto del Papa sulle persone.
Quando nel 1958 morì, molti giornali lo definirono non a caso “il Papa della pace”.
Francia, durante l'occupazione nazista 57 vescovi su 80 aiutarono gli ebrei a salvarsi