Pio XII chiese di nascondere gli ebrei nei monasteri romani, ecco il nuovo studio storico

È quanto rivela il memoriale del monastero di Santa Maria dei Sette Dolori a Roma

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di Franca Giansoldati
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Martedì 15 Febbraio 2022, 18:27

Città del Vaticano - Fu direttamente Pio XII a chiedere di nascondere nei conventi i ricercati dai nazisti. È quanto rivela il memoriale del monastero di Santa Maria dei Sette Dolori a Roma, nel quale si legge che a sollecitare la protezione dei perseguitati durante i nove mesi dell'occupazione tedesca della Capitale era stato il Papa in persona. La ricostruzione della vicenda, anticipata da Paolo Martini dell'Adnkronos, è del ricercatore Antonello Carvigiani, autore del saggio "Il desiderio del Papa: salvare vite umane. Pio XII nella cronaca del monastero di Santa Maria dei Sette Dolori", che apparirà sul prossimo numero della rivista "Nuova Storia Contemporanea "(Le Lettere), diretta dal professore Francesco Perfetti. 

Si legge nella cronaca conventuale: «Le truppe tedesche, padroneggiando l'Italia, perseguitano ovunque uomini e li deportano nei campi di concentramento.

In modo speciale perseguitano gli ebrei che fucilano o li fanno morire nelle camere a gas. In tale frangente ebrei - fascisti - soldati - carabinieri e borghesi, cercavano rifugio negli istituti religiosi; che con grave pericolo, aprono le porte per salvare vite umane. È questo il desiderio espresso, ma senza obbligo, dal Santo Padre Pio XII, che per primo riempie di rifugiati il Vaticano - la Villa di Castel Gandolfo e San Giovanni in Laterano».

Tra il settembre del 1943 e il giugno del '44, il monastero di Santa Maria dei Sette Dolori, a Trastevere, alle pendici del Gianicolo, in via Garibaldi, divenne uno dei più importanti rifugi per i ricercati dai nazisti. Secondo la ricerca dello storico Renzo De Felice, pubblicata nel 1961 ("Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo", Einaudi) nel monastero trovarono scampo 103 ebrei. La cronaca della casa religiosa fornisce però un altro computo: «Nel nostro convento sono rifugiate circa 150 persone, sono intere famiglie con numerosi bambini - donne e uomini che tratteniamo qui con le proprie famiglie, dopo che i superiori ci hanno dato il permesso di lasciarli qui. Per dar posto a tanta gente, abbiamo ceduto parecchie stanze nostre e ci siamo ristrette in poche stanze. Il locale sopra la Chiesa, detto il Noviziato, è pieno di gente e le famiglie hanno formato con cartoni dei piccoli recinti, dove vivono per essere più liberi gli uni dagli altri». Sono quasi 50 rifugiati in più rispetto all'elenco pubblicato da De Felice, il quale, però, spiegava di riferirsi nella sua ricerca agli ebrei. Si può ipotizzare, dunque, che gli altri rifugiati siano ricercati per motivi diversi: antifascisti o renitenti alla leva. 


Fu un vero e proprio atto di audacia quello delle monache. Il monastero sorgeva, infatti, al cospetto del palazzo che ospitava una caserma dei carabinieri, occupata, tra il 1943 e il '44, dalle truppe tedesche. Un rischio ben presente nella coscienza delle religiose, che si preoccuparono di non far avvicinare le persone che nascondeva alle finestre. «È pericoloso per essi avvicinarsi alle finestre - si legge nella cronaca . perché i tedeschi che hanno occupato la caserma dei carabinieri qui davanti al nostro cancello, stanno sempre guardando con i binoccoli sulle nostre finestre, e siccome hanno già sentore di qualche cosa, possono irrompere da un momento all'altro dentro il monastero, e portarli via». Commenta Antonello Carvigiani: «Confrontando questa cronaca con quelle coeve di due altri monasteri romani - Santi Quattro Coronati e Santa susanna - si rafforza l'ipotesi di una medesima comune derivazione dei tre testi in questione: una disposizione - scritta o orale - arrivata direttamente dal Vaticano». Carvigiani avanza anche una ipotesi: questi memoriali dei conventi romani potrebbe costituire la testimonianza indiretta dell'esistenza di quella famosa circolare vaticana - datata 25 ottobre 1943 - di cui, in passato, il cardinale Tarciso Bertone ha in più occasioni parlato senza mai però essere in grado di renderla pubblica.

Il 17 aprile del 2007 Bertone, allora segretario di Stato della Santa Sede, spiegò alla stampa che Pio XII, il 25 ottobre 1943, siglò «una circolare della Segreteria di Stato, con la quale si forniva l'orientamento di ospitare gli ebrei perseguitati dai nazisti in tutti gli istituti religiosi, di aprire gli istituti e anche le catacombe». Questa affermazione venne ripetuta in più occasioni da Bertone, anche nella presentazione del libro di Suor Margherita Marchione, "La verità ti farà libero".

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