Vaticano, ritrovati gli elenchi degli ebrei salvati nei conventi durante l'occupazione nazista a Roma

Vaticano, ritrovati gli elenchi degli ebrei salvati nei conventi durante l'occupazione nazista a Roma
di Franca Giansoldati
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Giovedì 7 Settembre 2023, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 18:24

Dopo l'otto settembre 1943, la consegna di 50 chilogrammi di oro e il rastrellamento al ghetto di Roma, gli ebrei scampati alla persecuzione si nascosero nei conventi, negli istituti cattolici, in Vaticano. In tutto furono oltre cento i conventi che aprirono le porte ai fuggitivi anche se e' impossibile quantificare con precisione il numero totale delle persone salvate dalla Chiesa cattolica. Tra i luoghi più attivi in questa gigantesca operazione c'erano la parrocchia della Trasfigurazione dove si nascosero 100 ebrei, la parrocchia della Divina Provvidenza, il Pontificio Seminario Romano Maggiore, la chiesa di san Carlo al Corso, la casa di monsignore Trezzi, la parrocchia di Santa Maria in Trastevere, quella di Santa Maria delle Fornaci, solo per citare le principali. La rete che fu attivata da Pio XII provvedeva a dare documenti falsi, fornire viveri alle strutture e pagare quelle che chiedevano una retta. 

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In questi giorni sono stati ritrovati gli elenchi degli ebrei nascosti a Roma. «Sappiamo dove sono stati nascosti e, in talune circostanze, i luoghi di residenza prima della persecuzione» si legge in una nota congiunta del Pontificio Istituto Biblico, della Comunità Ebraica di Roma e dello Yad Vashem . La documentazione incrementa le informazioni sulla storia del salvataggio nel contesto degli istituti religiosi di Roma». 

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Il documento è stato presentato durante il workshop «Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)» che si è tenuto oggi presso il Museo della Shoah di Roma. La documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano padre Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell'Istituto in questo periodo è stato il gesuita padre Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto per il documento del Vaticano II Nostra Aetate. 

Gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Grazia Loparco della Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium, Paul Oberholzer dell'Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, direttore dell'Istituto Internazionale per la Ricerca sull'Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik. 

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Roma fu occupata dai nazisti per nove mesi, a partire dal 10 settembre 1943 fino a quando le forze alleate liberarono la città il 4 giugno 1944. In quell'arco di tempo la persecuzione degli ebrei determinò, tra l'altro, la deportazione e l'uccisione di quasi 2.000 persone, compresi centinaia di bambini e adolescenti, su una comunità di circa 

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