Vaticano, ecco come sarà alla Biennale il Padiglione del Papa firmato dall'archistar portoghese Siza

Il Padiglione della Santa Sede accoglierà il visitatore in un dialogo simbolico

Vaticano, ecco come sarà alla Biennale il Padiglione del Papa firmato dall'archistar portoghese Siza
di Franca giansoldati
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Martedì 18 Aprile 2023, 14:29

Città del Vaticano – Lo spirito visionario dell'enciclica verde di Papa Francesco ha ispirato l'installazione intitolata “O Encontro” e firmata dall'archistar portoghese Alvaro Siza alla Biennale d'Architettura a Venezia. Il Padiglione della Santa Sede accoglierà il visitatore in un dialogo simbolico tra le “figure” disegnate da Siza con geometrie e dinamicità di movimento che alludono plasticamente alla visione sociale della Laudato Sì in un intreccio armonico tra l'uomo, Dio e l'ambiente. 

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Se nel 2018 vi era stato l'esordio del Vaticano alla Biennale con le dieci bellissime Vatican Chapels sparse nei giardini dell'isola veneziana di San Giorgio, quest'anno alla manifestazione più importante per l'architettura mondiale saranno gli edifici del monastero benedettino e i giardini dell'abbazia sull'isola - dalle sale d'ingresso che si affacciano sul Canale della Giudecca, attraverso la galleria "manica lunga" fino allo spazio esterno aperto al pubblico dal 20 maggio al 26 novembre, con il Padiglione ’Amicizia Sociale: incontrarsi nel giardino' .

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«La coincidenza con il decimo anniversario dell’elezione di Papa Francesco apre alla possibilità di un dialogo importante tra l’architettura contemporanea e la visione del pontificato per fare riflettere come è possibile pensare a un futuro diverso» ha spiegato il cardinale Jose Tolentino de Mendonca, prefetto del dicastero per la Cultura e l’Educazione, successore del cardinale Gianfranco Ravasi che di fatto ha aperto questa strada durante il periodo in cui ha guidato il dicastero vaticano della cultura.

Il curatore del Padiglione, l'architetto Roberto Cremascoli ha aggiunto alcuni elementi utili per comprendere meglio il lavoro fatto. «Prendersi cura del pianeta come ci prendiamo cura di noi stessi, e celebrare la cultura dell’incontro sono gli insegnamenti tratti dalle encicliche Laudato sì (2015) e Fratelli tutti (2020), che si trasformano nella guida al percorso espositivo della partecipazione del Vaticano alla diciottesima Biennale. Il monastero benedettino diventa così lo scenario di Amicizia Sociale». 

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Álvaro Siza con il Padiglione vaticano ha di fatto completato un viaggio iniziato nel 2016 quando fu protagonista del Padiglione portoghese alla Giudecca, con l'esposizione dei progetti di edilizia sociale. Stavolta, invece, saranno gli spazi del giardino dell'Abbazia con l'allestimento di Studio Albori, una realtà multidisciplinare fondata da Emanuele Almagioni, Giacomo Borella e Francesca Riva, specializzato nello sviluppo di progetti che mescolano attività architettoniche con processi partecipativi ed ecologici. In pratica hanno immaginato una serie di percorsi tra gli orti, il pollaio e le altre aree comuni tipiche dei monasteri e tutte rivolte alla contemplazione. 

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«Era desiderio della Chiesa – ha aggiunto il cardinale Tolentino da Mendoza - di essere vicina non solo al mondo dell'architettura ma alle arti in generale e deve essere vista come una dichiarazione programmatica di come il Dicastero cercherà di assicurare la presenza della Chiesa in quei luoghi, eventi e spazi in cui si riuniscono gli artisti. L'obiettivo è recuperare il senso della Chiesa come amica degli artisti, interessata a celebrare e a mettere in luce i loro risultati al fine di sviluppare un dialogo più ricco e una crescita della comprensione reciproca».

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