Giallo sul feto martire, per il Vaticano era già venuto alla luce ma per i polacchi è un «bimbo non nato»: in sottofondo la guerra pro-life

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di Franca Giansoldati
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Giovedì 7 Settembre 2023, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 11:04

Spunta il giallo sul martirio di un feto. Per il Vaticano non ci sono dubbi in materia, quella creaturina è un bambino a tutti gli effetti poichè venuto al mondo nel preciso momento in cui la madre veniva uccisa dai tedeschi. Per i vescovi polacchi, invece, si tratta di un “bambino non nato” visto che era ancora nel ventre materno. Un testimone dell'epoca riferì che era in procinto di uscire dall'utero, tanto che riferì di aver trovato il cadavere della donna con la testolina del piccolo tra le gambe. 

In questi giorni il Dicastero delle Cause dei Santi è dovuto intervenire per fare chiarezza su una beatificazione che avrebbe potuto presentare aspetti politici scivolosi. In ogni caso si tratta di un martirio che non ha tanti precedenti, per la prima volta una intera famiglia sale agli onori degli altari. La cerimonia prevista per questa settimana a Markowa, in Polonia, trascina con sè una scia di polemiche e persino qualche sospetto sul fatto che il Vaticano abbia voluto spuntare le armi al popolo dei pro-life e alla loro agguerritissima battaglia per difendere la vita (in atto in diversi paesi). 

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Gli Ulma erano conosciuti per essere ferventi cristiani, generosi e devoti. Una storia di eroismo fuori dal comune. I tedeschi durante l'occupazione in Polonia scoprirono il nascondiglio nella fattoria e vollero dare una lezione esemplare a tutti uccidendo anche i sei bambini piccoli della coppia. Nel martirio il Vaticano ha incluso però anche la creatura che Wiktoria portava in grembo da mesi. 

Il cadavere della mamma quando fu ritrovato e riesumato mostrava il feto parzialmente fuoriuscito. La testimonianza più accurata in materia parla di una «testolina visibile fino alle spalle», mentre il resto del corpo era ancora all'interno dell'utero materno. Uno dei testimoni dell'epoca, Kielar, dagli atti conservati negli archivi dell'Istituto di Memoria Nazionale (IPN) dice che «Wiktoria Ulma era effettivamente incinta, da come si evinceva dal suo aspetto esteriore». Mentre Franciszek Swular, il parente che andò a recuperare i corpi seppelliti in fretta dopo l'uccisione per metterli nelle bare e seppellirli nuovamente nello stesso posto per poterli in futuro trasferire nel cimitero parrocchiale di Markowa, volle precisare: «Ponendo il corpo di Wiktoria Ulma nella bara, ho constatato che era incinta, baso la mia affermazione sul fatto che dai suoi organi riproduttivi erano visibili la testa e il petto di un bambino». Un'altro testimone, Roman Kluz, nipote di Wiktoria aggiunse che quando portarono le bare per mettere dentro i corpi «trovarono il settimo figlio nato nella tomba che mia zia aveva dato alla luce dopo la morte». Certamente per lo shock e la paura provata la donna davanti alla mattanza di suo marito e degli altri sei bambini si presume abbia iniziato ad avere contrazioni abortive, per espellere anticipatamente un feto già perfettamente sviluppato. 

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La conferenza episcopale polacca, in merito, ha ben pochi dubbi sul fatto che si tratti di un «bambino mai nato» come si precisa in una lettera diffusa a giugno in cui parla esplicitamente di questo. La stessa cosa precisa la diocesi interessata. «Sarà una beatificazione senza precedenti, perché per la prima volta tutta la famiglia sarà elevata agli altari e per la prima volta un bambino sarà beatificato ma non ancora nato» si legge sulla locandina della diocesi di Rszeszow per pubblicizzare la beatificazione. Il Vaticano, invece, è dovuto intervenire per fare un distinguo importante dopo il clamore suscitato a livello internazionale. Il settimo figlio degli Ulma era già venuto alla luce e non si tratta dunque di un bambino non nato. 

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A firmare la nota è stato il prefetto del Dicastero per la causa dei Santi, cardinale Marcello Semeraro: «questo figlio è stato partorito nel momento del martirio della madre”» In una nell’intervista riportata nel libro “Uccisero anche i Bambini", nella petizione per la causa di beatificazione presentata mesi fa al Papa aggiunge: «Questo è un caso molto singolare che facendo riferimento a un episodio evangelico possiamo chiamare Battesimo di sangue. Penso, per un caso simile, a quello dei Santi innocenti. Anche questa creatura, come fu trovata nella fossa comune dopo l’eccidio (la testa e parte del corpo era fuoriuscita da Wiktoria Ulma ndr), è stata ritenuta meritevole di martirio».

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