Un medico, un detenuto e un agente feriti in poche ore. «Il carcere di Capanne è una polveriera». Caforio e il Sappe contro il Dap

Il carcere di Capanne a Perugia
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Agosto 2023, 08:30

PERUGIA - Il carcere di Capanne? «Una polveriera». Con un medico, un detenuto e un poliziotto feriti in meno di 24 ore. La denuncia delle violenze all'interno dell'istituto arriva dal Sappe, il sindaco di polizia penitenziaria, ma anche il garante per i detenuti dell'Umbria, Giuseppe Caforio, sta «seguendo con forte preoccupazione la situazione» nel carcere di Perugia «che si aggiunge a quelle altrettanto delicate di Terni e Spoleto».

«La situazione è allucinante, il caos è continuo», denuncia Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, parlando di «altre ore di incubo per le violenze di alcuni detenuti». «Nel pomeriggio di martedì – spiega - un detenuto albanese trasferimento dal carcere di Prato il 27 luglio per ordine e sicurezza, durante una visita in ambulatorio inveiva, prima verbalmente poi fisicamente, brandendo un coltello rudimentale il medico, minacciando di ammazzarlo se non gli avesse dato le medicine che lui chiedeva. Sempre nella serata di martedì, un detenuto tunisino trasferito per ordine e sicurezza da Porto Azzurro ha aggredito un altro detenuto, tagliandolo al collo: al detenuto è stato assegnata una prognosi di 10 giorni, salvo complicazioni. Ieri mattina (mercoledì, ndr), lo stesso detenuto tunisino ha sfasciato la propria cella al Reparto Isolamento e mentre si provvedeva a spostarlo in altro locale, senza nessun motivo, colpiva con un punteruolo (probabilmente di ceramica) un Assistente Capo Coordinatore di Polizia Penitenziaria alla pancia, creandogli un'escoriazione e poi invitato a recarsi al nosocomio cittadino per ulteriori accertamenti.

Questo è il racconto di una giornata tipica di Perugia Capanne». Bonino evidenzia come «ancora una volta parliamo di detenuti sfollati dalla Toscana e mandato nella discarica umbra dall’ufficio detenuti del Provveditorato». E mentre il sindacato – con il segretario generale Donato Capece – punta il dito contro il vertice del Dap («Le donne e gli uomini del Corpo non hanno ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi», ribadisce»), anche Caforio si lamenta della gestione degli istituti penitenziari: «Purtroppo è la conferma che il Dap – ha detto all'Ansa commentando gli ultimi episodi - non sta dando adeguate risposte ai gravi problemi delle carceri umbre». «La situazione si è aggravata con l'estate - prosegue l'avvocato Caforio - e siamo di fronte ad una vera polveriera che impone interventi urgenti, quanto meno con lo spostamento in Toscana, da dove provengono, di almeno 200 detenuti con problemi vari di natura psichiatrica e psicologica. La polizia penitenziaria umbra e l'amministrazione civile locale è allo stremo delle forze e fanno tutto oltre il possibile ma non basta. Speriamo che non si debba aspettare qualche morto - conclude il garante - perché si assumano tardivamente iniziative immediate ed efficaci».

© RIPRODUZIONE RISERVATA