Tempi lunghi e disagi: i problemi in carcere e le ricette delle Camere penali per la tutela delle persone

Tempi lunghi e disagi: i problemi in carcere e le ricette delle Camere penali per la tutela delle persone
di Egle Priolo
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Sabato 18 Febbraio 2023, 11:15

PERUGIA - Sovraffollamento, spazi lesivi nella dignità dei detenuti, ma anche personale medico sotto organico e soprattutto il paradosso di tempi troppo lunghi per le scarcerazioni anticipate. Sono alcuni dei disagi vissuti nelle carceri, come emerso dalle visite itineranti negli istituti penitenziari di Perugia, Terni e Spoleto promosse dalle Camere penali umbre insieme all'associazione Nessuno tocchi Caino.

Visite effettuate in settimana i cui risultati sono confluiti nell'interessante dibattito “Carcere: luogo di privazione non solo della libertà”, organizzato in Provincia e moderato dal presidente della Camera penale Marco Angelini. Conferenza a cui hanno partecipato Rita Bernardini e Sergio D'Elia (presidente e segretario di Nessuno tocchi Caino), Antonio Minchella (presidente del tribunale di sorveglianza di Perugia), Stefania Sartarelli (docente di diritto penale dell'Università di Perugia), il garante regionale dei detenuti Giuseppe Caforio insieme ad Alberto Catalano e Vincenzo Bochicchio (segretario e past president della Camera penale di Perugia) e a Bernardina Di Mario, direttore del carcere di Capanne.
Nel corso degli interventi di grande livello sono stati sollevati problemi pratici, come la necessità (spesso dimenticata) che il Comune dia la residenza ai detenuti perché ottengano l'affidamento in prova o alle comunità o il disagio vissuto da molti detenuti a cui il sistema risponde ancora con un numero inadeguato di medici, psicologi o psichiatri: tutte realtà effettive che creano tensione, come dimostrato dai recenti fatti di cronaca culminati anche con aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria. Uno dei problemi più attuali – come confermato da molti relatori – sono i tempi lunghi delle liberazioni anticipate, con il presidente Minchella, sempre propositivo, che ha ribadito l'impegno dei suoi uffici a velocizzare le pratiche nonostante i problemi di organico anche nelle cancellerie.

La presidente Bernardini ha ribadito la necessità di tutelare chi è ristretto in carcere, dal punto di vista fisico e morale, come previsto dalla Costituzione, perché se la pena è legittima la sua esecuzione deve essere altrettanto conforme alle leggi e alle convenzioni internazionali, a partire dalle cure a chi ne ha bisogno. Interessante il ragionamento condiviso da tutti i presenti sui costi del sistema carcerario e delle recidive: costo molto più alto rispetto alla realizzazione di benefici come i percorsi di lavoro. Benefici che facilitano il reinserimento e che appunto evitano che chi li ottiene torni a delinquere: un doppio risparmio per la società. Da qui la proposta di puntare a misure alternative, sanzioni sostitutive, affidamento ai servizi sociali e lavori socialmente utili, che – è stato detto – offrono un recupero superiore rispetto al detenuto che sconta la sua pena in carcere.
Una conferenza che il presidente Angelini ha definito utile e importante per i diritti dei detenuti e dopo la quale, pur mantenendo lo stato di agitazione e il ruolo «di pungolo nei confronti del tribunale di sorveglianza, ma per aiutare e concorrere a risolvere problematiche di personale e organizzative», la Camera penale tornerà a Capanne in autunno per monitorare l'evolversi della situazione.

Mentre in Parlamento si discute la proposta di disporre la liberazione anticipata su relazione del direttore del carcere e poi, in caso di diniego, valutata dal tribunale di sorveglianza. Un progetto per alleggerire molto il lavoro dei magistrati e per dare l'idea ai detenuti che una buona condotta può portare al beneficio, limitando le tensioni e i casi di violenza. Insomma, un circolo virtuoso – si è concluso - in cui si lavori tutti insieme per la sicurezza e la dignità delle persone, anche se dietro le sbarre.

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