Un docufilm per celebrare il talento di Mario Ridolfi, l'architetto che ricostruì Terni

Un docufilm per celebrare il talento di Mario Ridolfi, l'architetto che ricostruì Terni
di Aurora Provantini
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Martedì 30 Gennaio 2024, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 07:59

L'EVENTO

Il cielo, la fontana di piazza Tacito, la camicia e la pelle di Riccardo Leonelli. Niccolò sta effettuando le ultime correzioni al colore: «Deve essere perfetto in tutte le clip. La pelle dell'attore ternano che qui non interpreta Mario Ridolfi ma ne descrive le opere, deve essere naturale, mai alterata». Niccolò è solo una delle professionalità impegnate a dare vita al primo docufilm sui tre grandi protagonisti della ricostruzione di Terni: Ridolfi, Frankl e Malagricci. Un lavoro composto di più parti, che ha messo in campo più maestranze. Dagli attori - Andrea Cosentino (Ridolfi), Simone Mazzilli (Frankl), Amedeo Capitanelli (Malagricci), Germano Rubbi (Libera), Elisa Gabrielli (Lina, la moglie di Ridolfi) - per le mini fiction; ai fonici, i tecnici, il direttore della fotografia Pietro Ciavattini, la regista Grazia Morace; a Riccardo Leonelli, chiamato a descrivere minuziosamente le opere, dalla Fontana dello Zodiaco fino all'Uovo, il palazzo degli uffici comunali che non è stato realizzato; ai testimoni di quella straordinaria produzione architettonica del Novecento (Paolo Portoghesi, Luciano Marchetti, Stefano Panunzi, Aldo Tarquini, Francesco Cellini).
«Ci siamo avvalsi di professionalità del posto spiegano Gianluca Perissinotto e Paolo Luchetti dopo aver raccolto la documentazione. Un lavoro che ha appassionato tutti quei giovani che non conoscevano la produzione di Ridolfi. La cura per i dettagli di quel "sarto dell'architettura" che disegnava, a mano, anche una cerniera, una piastrella, un infisso, una ringhiera». Perissinotto e Luchetti (Euromedia), che da trent'anni si occupano di editoria multimediale con una squadra di venti professionisti, alle battute finali del docufilm: «La prima proiezione il 10 febbraio al Cityplex, in occasione di Umbria Libri». Un lavoro che reintroduce anche il tema della realizzazione dell'ultima opera pubblica commissionata dal Comune di Terni a Ridolfi: L'Uovo. Un progetto esecutivo «che merita di prendere vita». «L'architettura è vita» - diceva Ridolfi. «Infatti Ridolfi imprimeva nell'architettura il senso della vita» - diceva di lui Paolo Portoghesi. «E infatti Ridolfi imposta la soluzione del nuovo edificio di forma ellittica accanto a palazzo Spada, incastonandolo tra gli edifici storici retrostanti e avanzando sul fronte della strada, con una complessa articolazione volumetrica sfalsata nei diversi piani per garantire una percezione di movimento, come a dare vita alla sua architettura» - conferma Aldo Tarquini nel libro "La forma della città industriale". Non realizzare l'Uovo ha significato lasciare un vuoto urbano - attualmente utilizzato come parcheggio per gli amministratori pubblici - che potrebbe sempre essere riempito tenendo conto delle mutate esigenze del Comune. In uno dei piani, Ridolfi inserisce un auditorium da 500 posti, e questo molto prima della chiusura del Verdi. «Suscitare interesse da parte dell'amministrazione comunale per un progetto che è stato al centro di un dibattito internazionale di architettura contemporanea, non ci dispiacerebbe» il commento di Luciano Marchetti. Marchetti è il presidente dell'associazione "Studio Ridolfi, Frankl, Malagricci" che ha voluto il docufilm (finanziato dalla Fondazione Carit). E Marchetti è l'architetto che ha assistito una delegazione di professori arrivati da Stoccolma a Terni due settimane fa per approfondire la conoscenza della "città di Ridolfi". «Non vengono solo studenti ma molti docenti di architettura» - sottolinea. Non è un caso che Terni abbia quei tre toponimi: piazza Ridolfi, Largo Frankl, ponte Malagricci.

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