Invalida permanente, l'Inps le toglie la pensione per un cavillo

A Spoleto l'odissea di una donna, che si è vista anche chiedere indietro un anno di indennità

La sede Inps di Spoleto
di Ilaria Bosi
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Martedì 27 Febbraio 2024, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 21:21

SPOLETO È invalida permanente al 100 per cento, ma si è vista sospendere la relativa pensione per non aver spedito annualmente la dichiarazione dei redditi. A raccontare al Messaggero l’odissea che una signora spoletina sta vivendo da oltre due mesi è stato il marito, incredulo e turbato anche per le conseguenze che questa vicenda sta avendo sullo stato d’animo della signora. «Da dicembre - racconta Gianni - a mia moglie non arriva la pensione di invalidità e, dopo un po’ di attesa, mi sono recato negli uffici Inps per capire cosa fosse accaduto. È stato lì che ho appreso che l’inghippo stava nella mancata spedizione annuale della denuncia dei redditi, che non rileva fiscalmente sul diritto alla pensione, ma ha un suo peso burocratico. Senza l’invio della dichiarazione dei redditi, di fatto, ti tolgono la pensione. Ho trovato tutto questo incredibile, anche pensando alle difficoltà cui vengono messi di fronte gli invalidi. Per conto di mia moglie, fortemente provata e disorientata da questa situazione, mi sono mosso io, ma chi è solo come fa?». Una vicenda spiacevole, che non è terminata con l’invio delle dichiarazioni dei redditi annuali mancanti. «In questi giorni - racconta ancora il marito - mia moglie ha ricevuto un’altra nota, con cui l’Inps intima di restituire, entro 30 giorni, gli importi ricevuti nel 2019, altrimenti la pensione sarà bloccata da marzo. Secondo le informazioni ricevute finora (abbiamo interessato il patronato, ma anche Cittadinanzattiva) la prima strada da percorrere sarà quella del ricorso amministrativo, che faremo».

A rendere ancor più difficoltose le comunicazioni tra l’Istituto di previdenza e l’utente, c’è stato in questi anni un elemento aggiuntivo: «La nostra casa - spiega il signor Gianni - è terremotata e per questo, all’inizio dei lavori, ci siamo dovuti trasferire in un’altra abitazione. Le comunicazioni arrivate dall’Inps sono state tutte indirizzate nell’abitazione terremotata, tranne quella di due giorni fa, arrivata nel nuovo domicilio. Questo perché, da quanto sono riuscito a ricostruire, all’interno dello stesso ente l’ufficio di riferimento dell’ispettore amministrativo è in possesso di un indirizzo e quello dell’ispettore sanitario di un altro. Ho fatto presente all’Istituto la situazione, ma l’unica cosa che mi hanno saputo suggerire è stata di cambiare residenza, cosa che non posso fare pena la perdita del contributo di autonoma sistemazione». Insomma, una vicenda che sembra fortemente condizionata dai meccanismi contorti della burocrazia, considerando che l’invalidità della signora è purtroppo permanente e irreversibile, quindi il diritto al beneficio non è in discussione. «Il problema è che la gente non viene adeguatamente informata di questi meccanismi assurdi, che niente hanno di umano. Nessuno pensa che dall’altra parte ci sono persone fragili, già sofferenti, che di fronte a certe comunicazioni e azioni spesso non sanno come muoversi e, se sono sole, non hanno neanche gli strumenti per farlo».

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