Obesità, sos bambini grassi
La metà è in sovrappeso

Obesità, sos bambini grassi La metà è in sovrappeso
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Martedì 5 Novembre 2013, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 20:42
PERUGIA - In Umbria il 43% dei bambini tra i 5 e i 12 anni in sovrappeso di cui il 12% obeso. I dati epidemiologici disponibili, provenienti prevalentemente dalle indagini realizzate dall’ISTAT, hanno permesso di evidenziare alcune criticit collegate ad uno scorretto comportamento alimentare della popolazione, che si accompagna anche ad una riduzione dell’attivit fisica.



Dai dati dell’utenza rilevati dai servizi dedicati alla cura dei disturbi correlati al sovrappeso e all’obesità, risulta che nel 2008 ci sono stati 769 nuovi casi e nel 2009 ben 986; i pazienti in carico ai servizi della regione sono stati 1.245 nel 2008 e 1.495 nel 2009, con una netta prevalenza delle donne (94%).



Il maggior numero di casi si registra nella fascia d’età fra i 15 e i 25 anni, l’incidenza è rilevante anche al di sotto dei 15 anni e al di sopra dei 40.



Per dare la possibilità ad operatori sanitari ma anche mamme e papà di prendere definitiva coscienza della situazione e suggerire strade da intraprendere per risolvere il problema, è in programma un congresso venerdì (ore 17-19,30) e sabato (ore 9-19,30) all’Auditorium del Conservatorio di musica “Francesco Morlacchi” di Perugia (piazza Mariotti 2). Il congresso, aperto agli operatori e ai cittadini, nasce dalla collaborazione tra l'ambulatorio di cardiologia pediatrica e il servizio di medicina dello sport della USL Umbria 1 con il “Royal Children Hospital-CMFT” di Manchester.



Nel corso del congresso, il problema del sovrappeso nell’età compresa dai 5 ai 12 anni circa sarà affrontato nei suoi molteplici aspetti, poiché implica numerose conseguenze dal punto di vista endocrinologico, cardiologico, ortopedico, pneumologico, con ricadute importanti nella sfera psicologica e nell’ambito sportivo e sociale: infatti il bambino in sovrappeso tende a non accettare il suo corpo, ad evitare le occasioni di confronto e riduce progressivamente l’attività sportiva che lo espone e lo affatica, innescando un circolo vizioso che non lo aiuta ad uscire dalla sua condizione.
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