«La pandemia ci ha fatto sentire "Fratelli tutti"», Conte cita il Papa e saluta Assisi

«La pandemia ci ha fatto sentire "Fratelli tutti"», Conte cita il Papa e saluta Assisi
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Domenica 4 Ottobre 2020, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 16:33

ASSISI - Attingere alla spiritualità francesca per creare nuove relazioni, per essere uomini migliori.   È questo, in estrema sintesi, uno dei passaggi del discorso fatto dal presidente del consiglio Giuseppe Conte in occasione delle celebrazioni per San Francesco, patrono d'Italia. Prima di lasciare Assisi, il premier ha parlando della crisi sanitaria e delle opportunità che da essa vanno colte.
«Dalla crisi sanitaria, che si è trasformata inevitabilmente in crisi economica e sociale, possiamo trarre il valore dell'unità e della fiducia. Tutto il Paese ha sperimentato una solidarietà diffusa: l'altro interpella le nostre coscienze e con il suo sguardo è in grado di disvelare la nostra stessa umanità. Tutti hanno colto il valore della solidarietà e della condivisione. Ci siamo sentiti tutti parte di un comune destino: la pandemia ci ha resi coscienti della cura, ci siamo resi conto di essere fratelli tutti, come scrive il Papa nella sua terza enciclica, di essere “Fratelli tutti".  La crisi che stiamo attraversando - ha detto Conte - rende attuale ed urgente abbracciare nuove relazioni tra uomo e mondo, etica e tecnologia, ambiente e sviluppo. La spiritualità francescana, così centrata sull'uomo, è certamente una delle sorgenti più feconde alle quali possiamo attingere, al di là di differenze culturali, religiose, nel rispetto della sensibilità di ciascuno, per alimentare e dare sostanza a questa nuova prospettiva umanistica». Conte ha lasciato Assisi poco dopo le 13. 

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