«Omicidio Limini, è andata così» La ricostruzione del giudice

Filippo Limini
di Ilaria Bosi
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Sabato 19 Settembre 2020, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 14:32
PERUGIA - Omicidio Limini, nella rissa di ferragosto che ha preceduto l’uccisione del 25enne spoletino, non ci furono “aggrediti e aggressori”, ma una “volontà di contrapposizione reciproca”.
Col passare delle settimane, e in attesa di conoscere l’esito dell’autopsia, che avrà un ruolo chiave per chiarire la dinamica dei fatti, a delineare ulteriormente quanto sarebbe avvenuto nel parcheggio vicino alla discoteca di Bastia è il giudice per le indagini preliminari Natalia Giubilei.
La sua ricostruzione, particolarmente dettagliata, è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare con cui chiede il carcere per Valentino George Neculai, il quarto indagato per rissa aggravata e omicidio preterintenzionale, riuscito a fuggire poco prima del suo fermo. Il ventenne rumeno, arrestato nelle ultime ore in Germania per un vecchio mandato europeo, è accusato di aver colpito con più calci Filippo Limini, quando era già a terra e prima che venisse investito dalla Opel a bordo della quale il gruppo di Bastia stava cercando di fuggire.
La recente ricostruzione del giudice raccoglie, insieme alle ulteriori risultanze investigative, anche quanto emerso dalle nuove testimonianze e dagli interrogatori di garanzia dei tre indagati della prima ora, Brendon Kosiqi, Kevin Malferteiner e Denis Hajdelliu, per i quali lo stesso giudice ha disposto i domiciliari in attesa del processo.
Il gip ribadisce la netta inferiorità numerica patita dal gruppo di Bastia (contrapposto a quello della vittima) e conferma l’aggressione ai danni del conducente e del passeggero della Opel, che ha poi investito Limini. Che gli occupanti della Opel fossero oggetto di aggressione, lo conferma anche l’amico di Filippo, uno dei pochi rimasti anche dopo l’arrivo dei carabinieri, cui ha consegnato il numero di targa dell’auto semidistrutta dei fuggitivi e dai quali è stato sentito più volte come testimone. Il giovane, dopo aver descritto una prima schermaglia davanti al locale, ai carabinieri racconta di aver udito delle urla e di essersi diretto verso il parcheggio vicino vedendo, all’arrivo, “una rissa con moltissime persone” e, in particolare, un ragazzo del suo gruppo che stava picchiando il passeggero della macchina, mentre altri picchiavano il conducente, il quale stava partendo in retromarcia ed era salito con la vettura sul corpo di Limini, che era caduto a terra dietro la macchina. Un’aggressione che, secondo quanto ricostruito finora, non sarebbe avvenuta mani nude, ma “con l’ausilio di bastoni e altri oggetti atti a offendere”. Chi erano le moltissime persone che avevano accerchiato gli indagati? Sono davvero amici di Filippo? E perché sono scappati prima dell’arrivo dei carabinieri? Aspetti su cui si indaga ancora.
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