Ex Novelli, timori sul bando di vendita: «La Regione intervenga»

Ex Novelli, timori sul bando di vendita: «La Regione intervenga»
di Ilaria Bosi
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Sabato 17 Aprile 2021, 18:21

Centocinquanta lavoratori sospesi, per un bando di vendita che non arriva. È una situazione logorante quella che interessa i lavoratori della ex Novelli, con il comparto uova che si impoverisce di giorno in giorno, senza segnali di svolta. A rinnovare l’appello ai curatori e alla Regione, affinché si prenda carico della vertenza aprendo anche un tavolo con il ministero, sono stati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che hanno illustrato in tutta la sua drammaticità la situazione di preoccupante stallo che interessa i lavoratori di Spoleto e Amelia. E se per il 21 aprile i rappresentanti dei lavoratori sono riusciti a strappare un incontro con Maurizio Salari, Marco Bartolini e Ferdinando Caldiero – che seguono rispettivamente le sorti di Fattorie, ex Gruppo Novelli e Alimentitaliani – il prolungato silenzio della Regione inizia a pesare, nonostante le rassicurazioni fornite qualche settimana fa dall’assessore allo sviluppo economico Fioroni. L’appello rivolto a Palazzo Donini, quindi, in queste ore viene esteso a tutte le altre istituzioni, compresi i Prefetti, viste le gravi ripercussioni che una mancata soluzione della crisi potrebbe determinare. Uno dei sospetti dei lavoratori è che in realtà non ci sia più la volontà di pubblicare quel bando di vendita annunciato a più riprese nei mesi scorsi e dato «per pronto a gennaio», ma rimasto fantasma. Eppure non solo il rilancio, ma addirittura la sopravvivenza del ramo uova passa necessariamente dalla vendita, nella speranza che si faccia avanti un imprenditore serio e lungimirante, interessato a investire su un’azienda dalle grandi potenzialità ma che, per dirla come i lavoratori, «vediamo spegnersi di giorno in giorno, come una candela». L’allarme che la situazione diventi presto irreversibile sembra sempre più concreto, se è vero che a maggio Casalta non avrà più galline, che lo stesso sarà per Spoleto fra qualche mese e che gli allevamenti necessitano di interventi, non avendo più gli standard chiesti dalla grande distribuzione (allevamenti a terra e non più nelle gabbie). A rendere ancor più complessa una crisi che dura ormai da troppi anni c’è il groviglio giudiziario che si è creato fra l’Umbria e la Calabria e che sembra non avere fine. Intanto l’azienda si impoverisce, ai lavoratori vengono chiesti continuamente sacrifici, i livelli occupazionali si assottigliano e la situazione resta appesa a un filo. Col rischio che da un momento all’altro, come paventato dai lavoratori, «ci sentiamo dire che non ci sono più soldi, neanche per gli stipendi. E pensare che dal 2012 a oggi sono stati spesi milioni e milioni di euro in consulenze, quando sarebbe bastato molto meno per investimenti decisivi».

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