Ordina un impianto hi-fi e riceve delle pantofole, paga trasporto e pernottamento all’estero ma in aeroporto del volo non c’è traccia. L’aumento degli affari su web ha determinato un’escalation anche delle disavventure telematiche che talvolta si traducono in veri e propri raggiri se non truffe. Un fenomeno che negli ultimi mesi, stando alle segnalazioni raccolte dal Codacons Umbria, sembra abbiano subito un’accelerazione anche nella nostra regione.
Da una parte le problematiche, relativamente nuove, legate al pressing telefonico dei gestori di utenze a caccia di nuovi contratti.
Non sono da meno le disavventure riguardanti vacanze o semplici pernottamenti. «La scorsa estate abbiamo avuto anche il caso di una famiglia perugina che ha speso quasi 7mila euro per andare a New York comprando biglietti aerei e pernottamento per quattro persone in albergo tramite un’agenzia online», raccontano dal Codacons. «Al loro arrivo in aeroporto, genitori e figli hanno scoperto che del volo non c’era traccia e ovviamente anche dell’agenzia non c’era più traccia». A volte non basta neanche avere a che fare con piattaforme specializzate. «Anche le più famose abbiamo notato che fanno controlli a campione – spiega Bartoloni - tant’è vero che abbiamo scritto chiedendo di prendere provvedimenti nei confronti di una struttura, eliminandola dal sito». Cos’era successo? Ad agosto due colleghi di lavoro perugini avevano hanno cercato un posto dove dormire a Roma e hanno trovato una struttura che veniva pubblicizzata “a dieci minuti di camminata” dal Colosseo. «Con tanto di foto, il sito pubblicizzava due camere comunicanti con bagno in comune», spiegano dall’associazione. Al loro arrivo l’amara sorpresa. La struttura non solo non si trovava a dieci minuti dal centro, le due camere promosse erano un unico locale diviso da una tenda con letto matrimoniale da una parte, divano dall’altra.
Altro terreno a rischio trappole quello dei link civetta. Oltre a quelli ben noti veicolati via mail o via sms a nome di banche o poste, la nuova frontiera per “rubare” i propri dati è quella delle piattaforme tv. Una signora aveva l’abbonamento in scadenza e per questo ha ricevuto un semplice avviso dal servizio clienti che l’ha invitata ad accedere nella sua area privata. Il giorno dopo si è vista poi arrivare un messaggio apparentemente proveniente dalla piattaforma in questione che la invitava a cliccare su un collegamento per rinnovare subito l’abbonamento e non interrompere il servizio. «Abbiamo chiamato il servizio clienti per chiedere di informare e mettere in guardia gli abbonati», aggiungono dal Codacons. Il rischio è ritrovarsi con l’abbonamento clonato e, soprattutto, che siano intercettati dati personali e finanziari.