Coronavirus, tracciabilità difficile
per badanti e giovani infetti
i medici di famiglia:
«Vinca senso civico»

Coronavirus, tracciabilità difficile per badanti e giovani infetti i medici di famiglia: «Vinca senso civico»
di Corso Viola di Campalto
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Giovedì 20 Agosto 2020, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 12:32
TERNI «Ragazzi, ora prevalga il senso civico, se venite da Paesi a rischio o pensate di essere venuti a contatto con persone positive, isolatevi e chiamateci subito per avviare le procedure per il tampone». La dottoressa Simonetta Centurione è un medico di famiglia, esercita questa professione dal 1997 e rappresenta a Terni la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Soprattutto non ha mai avuto peli sulla lingua. Come quando a marzo ha denunciato con un video l'inadeguatezza del kit fornito dalla Protezione civile ai medici di famiglia con tanto di mascherine a fascia, sottilissime «da usare come assorbenti». Ora la dottoressa ternana lancia un appello a tutti coloro che tornano dai Paesi a rischio e non sono stati tracciati. Dalle badanti ai giovani ternani di ritorno dalle vacanze estive, che possono diventare veicoli inconsapevoli del Covid-19: «Dobbiamo assolutamente proteggere i nostri anziani, le persone più fragili -dice Simonetta Centurione- che non possono stare a contatto, anche per pochi secondi, con persone che infette, magari asintomatiche».
Come il caso del ragazzo di Stroncone arrivato da Malta in aereo con la febbre alta, che ha avuto il senso civico di chiamare subito il suo medico di famiglia, che ha avviato immediatamente le procedure necessarie per verificare se fosse positivo o meno (purtroppo lo era): «Il suo comportamento - continua il medico di famiglia - è stato determinante per tracciare ed individuare subito anche gli altri giovani (due) che stavano con lui e che sono poi risultati a loro volta positivi. Ecco questo è il senso civico del quale parlo, che probabilmente ha evitato che a Terni e a Stroncone il virus si diffondesse ulteriormente».
Cosi i figli dei quattro anziani che sono accuditi da una badante albanese risultata positiva, per loro sono state ore di paura fino a quando non hanno ricevuto il risultato del tampone che, per fortuna, ha dato esito negativo. Trovate positive, ma asintomatiche, altre due badanti provenienti da Camerun e Romania prima che riprendessero servizio in due case in città: «Quello delle badanti è un altro problema, manca spesso la tracciabilità perché arrivano a Terni senza controlli alla frontiera, a bordo di auto o autobus, e giustament, viste le disposizioni di legge, non possono entrare nelle case dove vivono gli anziani da accudire, spesso con patologie importanti; devono essere isolate fino a che non sono sottoposte al doppio tampone. Per questo è giusto che si individuino il più presto possibile strutture dove accoglierle in caso non abbiamo alternative».
Strutture che la Regione sta cercando di reperire in città.
 
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