Terni, presta 3mila euro a strozzo all'amico che deve pagare il funerale della madre: Condannato 33enne ternano

Terni, presta 3mila euro a strozzo all'amico che deve pagare il funerale della madre: Condannato 33enne ternano
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 23 Novembre 2022, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 20:13

TERNI - Terrorizzato e  prostrato dalla pretesa di restituire il doppio della cifra avuta in prestito da un amico per pagare il funerale di sua madre trovò la forza di denunciare i suoi usurai.

Christian Forzanti 33 anni, ternano, e Renato Venditti, 49enne romano, furono arrestati dalla squadra mobile mentre Venditti, già condannato con l’abbreviato, incassava la somma da riscuotere.

Per la triste vicenda, che ha come vittima un pensionato ternano, è arrivata la sentenza del tribunale di Terni, che ha condannato Christian Forzanti, che ha rinunciato a riti alternativi, a due anni e due mesi di carcere e al pagamento di 5mila euro di risarcimento alla parte civile.

Il pm, Raffaele Pesiri, aveva chiesto quattro anni e due mesi.

In aula durante il processo la vittima dell’usura, un pensionato ternano di 58 anni che, per pagare il funerale di sua madre, si rivolse all’amico 33enne per avere 3mila euro, ha ripercorso quei mesi passati a cercare di saldare il conto. L’anziano di lui si fidava, perché l’ha visto crescere.

Non avrebbe mai immaginato di dover restituire il doppio della cifra avuta in prestito.

A riscuotere le somme era Venditti, condannato con l’abbreviato a due anni di reclusione per essere stato preso con le mani del sacco mentre riceveva il denaro per conto del suo amico ternano. Al quale il pensionato, che un giorno fu raggiunto in ospedale dopo aver avuto un infarto perché pagasse la quota mensile, si era affidato senza riserve. Senza immaginare che questo l’avrebbe infilato in un circolo vizioso da cui non era più in grado di uscire. «Io non voglio 3600 euro dilazionate in 12 mesi, io voglio 3600 euro adesso - insisterà quello che pensava fosse un amico - i soldi me li devi dare subito. Se non ce l’hai, io metto l’assegno all’incasso e ti faccio passare i guai».

Il pm titolare delle indagini, Matthias Viggiano, stimerà un tasso usurario del 190 per cento. Al processo il pensionato si è costituito parte civile, assistito dall’avvocato, Bruno Capaldini: «Siamo soddisfatti della sentenza - dice il legale - in quanto è stato riconosciuto il principio che c’è stato il reato di usura. Un fenomeno che purtroppo è sempre più presente e allarmante nel tessuto sociale cittadino e un tipo di reato che rischia di restare celato dal senso di vergogna delle vittime».

A difendere Forzanti gli avvocati Fabio Massimo Guaitoli e Marco Gabriele: «Le sentenze si rispettano quando sono definitive, questa non lo è - dicono. Aspettiamo le motivazioni per puntare ad una rivisitazione della sentenza nel grado di appello. Per noi questo episodio resta prestito tra privati che si conoscevano fin da bambini”.

Sulle sentenze di condanna hanno avuto un peso altri episodi di usura che vedono Venditti e Forzanti imputati, insieme ad altre tre persone, nel processo legato all’operazione Hirudo della guardia di finanza di Terni.

Nelle carte d’accusa sostenute da intercettazioni telefoniche e ambientali e in alcuni casi confermate dalle presunte vittime, i dettagli di quei prestiti con tassi di interesse da capogiro. Piccole elargizioni di denaro ma anche prestiti di cifre superiori ai 200mila euro concessi a piccoli imprenditori in difficoltà, che arrancavano per saldare il conto.

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