TERNI - Del camionista non c’è traccia.
Gli investigatori dell’arma sono al lavoro per cercare di rintracciare il conducente del mezzo pesante che venerdì sera percorreva la Terni-Rieti negli istanti in cui Martina, 23 anni, ternana, ha perso la vita nel frontale con una Jaguar.
E’ un testimone oculare ad aver fornito una prima istantanea dell’incidente. Ha raccontato di aver visto il tentativo di sorpasso del camion da parte della giovane vittima, alla guida di una Hyundai. Manovra che avrebbe portato la 23enne a invadere la carreggiata opposta nel momento in cui transitava la Jaguar condotta da un 78enne ternano, rimasto ferito. L’impatto, che a Martina purtroppo non ha lasciato scampo, all’estremità della carreggiata opposta a quella dell’utilitaria. Il mezzo pesante, è la versione fornita dal testimone agli investigatori dell’arma, in quegli istanti avrebbe proseguito la marcia in direzione di Rieti. Forse perché non si sarebbe reso conto della tragedia che si stava consumando e che ha spezzato per sempre i sogni di Martina Medori.
Sull’incidente costato la vita alla 23enne ternana, stimata operatrice sociosanitaria dell’ospedale, il pm, Elena Neri, ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio stradale.
Oggi, nella medicina legale dell’ospedale di Spoleto, il medico legale incaricato dalla procura effettuerà l’esame esterno. Se il magistrato che indaga sul terribile frontale non lo ritenesse sufficiente si procederà con l’autopsia e solo successivamente la famiglia della ragazza potrà fissare i funerali .
I resti delle due autovetture coinvolte nell’incidente, da venerdì notte sono sotto sequestro per consentire gli accertamenti tecnici.
I genitori di Martina, costretti a convivere con un dolore inconsolabile, si sono affidati all’avvocato Erdis Doraci del foro di Roma.
«Stiamo verificando l’evitabilità dell’impatto con un perito di parte - dice Doraci - perché già dalle foto emerge che c’era spazio, per una delle due autovetture, di transitare evitando l’impatto. Bisogna valutare quindi l’eventuale responsabilità di entrambi per non aver percorso questo spazio libero».
Gli investigatori dell’arma intanto vanno avanti nella ricerca del camionista.
Il resto è solo dolore, lacrime e troppe domande senza risposta. A piangere Martina, che ha lavorato senza risparmio accanto ai malati ricoverati nella terapia intensiva covid del “Santa Maria” e in altri reparti dell’ospedale, gli amici e i tanti colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscere il suo dolce sorriso e la sua straordinaria umanità.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout