Terni, Ecco "I giudicabili": I dolci fatti dai detenuti del carcere di Sabbione

Terni, Ecco "I giudicabili": I dolci fatti dai detenuti del carcere di Sabbione
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 10:18

TERNI - «Grazie a questo progetto il tempo scorre, ti stacchi dal resto. Riesci a non pensare e ti dimentichi anche di stare in carcere».

I detenuti con le mani in pasta sono impegnati a sfornare dolci, ciambelline, baci di dama e prodotti da forno salati.

Sono in quattordici a Sabbione i protagonisti del progetto Pane e Piazza delle associazioni Demetra e Arciragazzi Gli Anni in Tasca, sostenuto dalla Fondazione Carit.

Otto sono reclusi nell’alta sicurezza e sei in media sicurezza. Stanno imparando, grazie alla formazione e ai macchinari presenti a Sabbione dal 2006 grazie a quel Forno solidale voluto dall’ex direttore, Francesco Dell’Aira, a diventare pasticceri doc.

In due mesi è nata la linea di prodotti da forno dolci e salati destinati alla distribuzione. Li hanno chiamati «I giudicabili»,  a ricordare quei detenuti in attesa di giudizio, e sono pronti per un test di mercato.

Il qrcode sulle confezioni e i questionari consentono alle associazioni di raccogliere pareri sul gradimento dei prodotti, su quanto il cliente sarebbe disposto a pagarli, sui consigli per la loro distribuzione.

Per promuovere i dolci, Demetra e Arci Ragazzi Gli Anni In Tasca hanno organizzato degustazioni nell’ambito di diverse manifestazioni e i prodotti creati dai detenuti possono essere acquistati da Monimbò bottega dal mondo, Bloom spazio condiviso, Meeting point, Holy food, Lab.biciclario, I Ghibellini, centro di Palmetta e La Siviera.

«Osserviamo con orgoglio questo esperimento che parte dall’interno, tra le mura del carcere, dove i detenuti si stanno sperimentando in un nuovo mestiere per arrivare all’esterno attraverso i prodotti e i valori che questi portano con sé: impegno, riscatto, responsabilità, nuove possibilità - dicono Marco Coppoli e Caterina Moroni, coordinatori del progetto. In questo legame tra il dentro e il fuori risiede il senso dell’operazione, affinché questi due mondi siano più vicini, comprensivi, sistemici». La formazione dei detenuti si concluderà alla fine del mese.

Da settembre inizierà la vera e propria fase produttiva, con un team selezionato dai 14 detenuti.

Nel progetto sono impegnati i tutor, la docente, Donatella Aquili, il comandante della polizia penitenziaria, Fabio Gallo, la responsabile dell’area educativa, Francesca Lupi.

«Siamo a metà del percorso che ci porterà a formare i detenuti - dice Fabio Gallo. Il nostro auspicio è la continuazione del lavoro, con la formazione di tre o quattro persone che possano rimanere sul territorio per far funzionare la panetteria  in modo permanente. L’obiettivo è creare un prodotto di nicchia da commercializzare in modo stabile.  Detenuti ternani coinvolti nel progetto non ce ne sono e non è semplice individuare persone che possano garantire la prosecuzione di un’attività significativa sul fronte del reinserimento di chi sta scontando la pena».

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