Terni, conclusa le 13esima edizione de "Il mondo in un cortile", tra successo e paura per il futuro

Marco Carniani, presidente dell'Associazione Il Pettirosso di Terni: «senza un sostegno concreto della politica alla cultura, il cinema all'aperto a Terni è destinato a morire».

un evento della 13esima edizione della rassegna "Il mondo in un cortile"
di Daniele Sorvillo
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Si è appena conclusa la 13esima edizione de “Il mondo in un cortile”, a cura dell’Associazione Il Pettirosso, rassegna itinerante di cinema all’aperto che, tra giugno e luglio, ha animato le serate dei diversi quartieri ternani, proponendo film di qualità, poco noti al grande pubblico, spesso di prima visione e il lingua originale.

A tracciare una sintesi per quest’anno è Marco Carniani, presidente dell’Associazione Il Pettirosso e vera anima della rassegna, felice per il successo di pubblico ma anche decisamente preoccupato per le prospettive future: «Il bilancio è buono, il pubblico c’è e risponde, con circa un centinaio di presenze per serata.

E il dato è interessante, considerato che proponiamo una rassegna con film particolati, il lingua originale con i sottotitoli». Un fatto, questo, che in effetti sorprende, nel panorama attuale della fruizione cinematografica:

«Probabilmente - prosegue Carniani -  la motivazione del successo di pubblico è quello di aver proposto, nel corso di questi anni, storie di soggetti che, pur lontani nello spazio, vivono problematiche in cui il pubblico locale può identificarsi. Questa presenza affezionata si spiega, credo, per il forte legame del pubblico col territorio, in particolare con il proprio quartiere. E poi c’è stata l’intuizione della proposta dei film d’animazione, che ha permesso a intere famiglie di partecipare a serate che potessero coinvolgere tutti. Per certi versi, una rassegna del genere è come un negozio al dettaglio che, molto meglio di una grande distribuzione, conosce la sua clientela e può proporle qualcosa di più mirato e di più adatto alle sue specifica esigenze, basate sul principio di familiarità».

Quindi sicuramente un’esperienza di successo, che è auspicabile possa continua a replicarsi negli anni a venire: «La nostra - continua Carniani-  resta l’unica esperienza di cinema all’aperto oggi attiva a Terni e costruire ogni anno una rassegna all’altezza non è facile, per vari difficoltà logistiche ed organizzative. Fondamentale è stato il contributo dei volontari, provenienti dai diversi quartieri cittadini. La proposta per il prossimo anno resta, però, un’incognita. I costi sono aumentati enormemente e nel 2024 si prospetta un ulteriore aumento. Quindi si profila la possibilità, per poter proseguire, di stabilire il pagamento di un biglietto, almeno per alcuni film. L’idea non ci piace assolutamente, perché riteniamo che la gratuità sia un elemento fondamentale, ma è l’unica possibilità al momento che ci permetterebbe di andare avanti, con tutte le difficoltà che comunque resterebbero. La verità è che senza il supporto costante di un partner economico, pubblico o privato, sarebbe veramente complicato riuscire a proporre una rassegna all’altezza degli standard di qualità che siamo riusciti a raggiungere in questi 13 anni di attività. La nostra associazione è attiva in diversi settori e, qualora i fondi a nostra disposizione scarseggiassero, saremmo costretti a fare delle scelte, privilegiando alcune attività a discapito di altre. E la rassegna cinematografica all’aperto, con nostro grande dispiacere, in assenza di una reale partnership economica costante nel tempo, capace di fornirci la possibilità di pianificare anno per anno la nostra proposta culturale per la città, potrebbe essere sacrificata, nostro malgrado».


Certamente questa sarebbe una sconfitta, nel panorama culturale ternano, già fortemente in involuzione: «Sarebbe un vero peccato - conclude Carniani -  dover porre fine ad un’esperienza di cinema all’aperto che dura da anni, perché questa iniziativa culturale continua a tenere in vita una lunga tradizione cittadina, legata alla memoria collettiva della città e di alcuni quartieri in particolari (ad esempio, quello di San Giovanni, ma non solo). Si tratta di un momento aggregativo fondamentale, di fruizione culturale condivisa, a cui il pubblico dimostra di essere molto legato e che va recuperato con forza, dopo gli anni di isolamento imposti dal covid. Quella che serve, a livello locale, è una vera politica culturale che comprenda che il sostegno ad attività come una rassegna cinematografica all’aperto, itinerante tra i quartieri, è un investimento economico essenziale per il benessere della città. Il pubblico risponde ma questa risposta deve essere stimolata con l’abitudine, altrimenti le nuove generazioni soprattutto, abituate all’individualismo e all’isolamento da smartphone, la perderanno sicuramente, nel giro di poco tempo. Noi possiamo offrici alla politica come strumenti dotati di esperienza, ma non si può delegare alle piccole realtà una questione di così alta rilevanza, che appunto le istituzioni devono affrontare, per non perdere quel filo di collegamento vivo con i singoli quartieri, e quindi con la vita delle singole persone, faticosamente costruito in questi anni».

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