Terni. Atc3, ancora nessun accordo
per l'elezione del presidente

Terni. Atc3, ancora nessun accordo per l'elezione del presidente
di Umberto Giangiuli
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Martedì 10 Ottobre 2023, 15:05
Niente da fare. Malgrado la buona volontà e con l’apertura della caccia al cinghiale del 14 ottobre, l’accordo tra le associazioni venatorie e gli agricoltori per eleggere il nuovo presidente dell’Atc3 (Ambito territoriale caccia del Ternano e Orvietano) che dovrebbe traghettare l’ente fino al 2028. La speranza della fumata bianca è riposta per il 10 di ottobre quando ci sarà la riunione del comitato per cercare un accordo sul nome, altrimenti trascorsi i 45 giorni, sarà la regione dell’Umbria a dover designare il nuovo presidente. Alta tensione quindi tra le varie associazioni venatorie. Nelle settimane scorse sul problema era intervenuto il presidente provinciale di Federcaccia Giulio Piccioni che aveva rivendicato la presidenza dell’Ambito. A stretto giro la risposta della segretria di Terni dell’Arci- Caccia che se la prende con le associazioni dei cacciatori e degli agricoltori «che per due sedute consecutive hanno imposto ai loro rappresentanti di non partecipare alle votazioni per eleggere il nuovo presidente facendo mancare il numero legale». Velatamente l’Arci parla già «di candidato nominato dalla Regione ed anche presidente dall’associazione venatoria con più iscritti». «L’Arci Caccia- continua la nota- non intende dare credito a questa tesi, tuttavia l’atteggiamento suscita anche qualche sospetto, in particolare si aspetta di far scadere i 45 giorni previsti per legge per consentire poi la nomina del nuovo presidente direttamente da parte della Regione». Secondo l’Arci se questo avvenisse «sarebbe un atto simile a un commissariamento dell’ente e determinerebbe una sicura ingovernabilità». Ed ancora: «Sarebbe un’azione irresponsabile, inaccettabile e umiliante per tutti i cacciatori indipendentemente dal loro orientamento politico». La legge prevede che i comitati di gestione siano espressione a maggioranza dei rappresentanti delle associazioni venatorie riconosciute, delle associazioni agricole e di quelle ambientaliste e solo quattro consiglieri in rappresentanza delle istituzioni soltanto con funzioni di controllo. La segreteria dell’Arci Caccia di Terni giudica «incomprensibile e pericoloso anche l’atteggiamento delle associazioni agricole che, anziché ricercare una maggiore collaborazione con il mondo venatorio, al fine di contenere “al minimo” i danni alle colture agricole causati in particolare dai cinghiali, hanno sposato la strategia della Regione aprendo uno scontro con i cacciatori».L’Atc “controlla” circa 165 mila ettari di superficie agro silvo- pastorale ed è strategico per la gestione e la fruizione delle risorse faunistiche, con l’attuazione di progetti di gestione e conservazione ambientale e di tutela delle produzioni agricole.
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