Terni, Assalto in villa, i precedenti. Una lunga scia di sangue, da Gabriella Zelli a Giulio Moracci

Terni, Assalto in villa, i precedenti. Una lunga scia di sangue, da Gabriella Zelli a Giulio Moracci
di Nicoletta Gigli
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Domenica 18 Dicembre 2022, 15:13

TERNI - «L’unica certezza è che devono prendere gli assassini. Questa volta è toccato a nostra madre, ma ci chiediamo chi sarà il prossimo. Un grosso punto interrogativo».

Per i figli di Gabriella Zelli, costretti ad arrendersi senza sapere chi abbia ucciso la mamma, è una ferita che non si rimargina. Hanno vissuto per anni con la speranza di poter guardare in faccia chi ha ammazzato Gabriella, una donna vissuta per gli altri, ammazzata a 69 anni nella sua casa di strada Santa Maria Maddalena durante un tentativo di rapina.

Un delitto, quello consumato il 13 gennaio 2015, senza colpevoli.

Un omicidio che è ancora un giallo. L’unica certezza è che i quattro albanesi arrestati per una serie di furti e indagati per la morte della pensionata ternana sono usciti di scena tre anni fa. Il fascicolo aperto dalla procura, che ha “vissuto” due richieste di archiviazione e altrettante opposizioni avanzate da Marta Giansanti, legale dei figli della vittima, si è chiuso con l’archiviazione. Per l’efferato delitto irrisolto la procura aveva indagato quattro dei nove albanesi arrestati dalla squadra mobile nell’ambito dell’operazione Milot, che smantellò, il mese dopo l’omicidio, una banda accusata di aver messo a segno una serie di furti in casa.

Dopo l’omicidio, per due mesi, i figli di Gabriella erano finiti tra i sospettati, insieme alla donna delle pulizie della vittima. Non si stupirono più di tanti, ma continuarono a invocare accertamenti minuziosi per poter sapere i nomi dei responsabili dell’efferato omicidio costato la vita alla pensionata ternana.

La certezza è che, tre mesi dopo l’addio a Gabriella, un’altra rapina in casa costò la vita a Giulio Moracci, 91 anni, ternano.

Il decesso dell’anziano il 28 aprile 2015 nell’appartamento di via Andromeda, a Gabelletta, durante l’assalto di banditi poi individuati e assicurati alla giustizia. Nella stanza accanto a quella dove morì Giulio c’era l’anziana moglie, 85 anni, legata e imbavagliata dai banditi che l’hanno minacciata di morte.

Il furto finito in tragedia destò profonda impressione. Giulio e sua moglie si trovarono faccia a faccia con i ladri, entrati dopo pranzo. Alla  tragica fine di Giulio, legato a faccia in giù sul letto da banditi che andavano a caccia di soldi, fu costretta ad assistere impotente la moglie.  Il rigurgito del cibo consumato a pranzo, diranno le perizie, provocò la morte dell’anziano per asfissia meccanica. I carabinieri arresteranno subito gli autori materiali, i complici verranno assicurati alla giustizia dopo due mesi di indagini.

I due autori materiali, due ventenni romeni, condannati all’ergastolo dal compianto gip, Maurizio Santoloci, in appello ebbero un consistente sconto di pena e una condanna a 18 anni di carcere ciascuno.

Sconto in appello anche ai tre basisti e al palo della rapina costata la vita a Giulio. La pesante accusa di omicidio volontario alla base delle condanne inflitte in primo grado ai quattro imputati, in appello ha ceduto il passo alla più blanda contestazione di omicidio preterintenzionale. Condanna a 18 anni per un ternano e un romano, a 14 per la ex colf della famiglia Moracci e un altro giovane romeno.

«Spero che le sentenze emesse - disse il figlio di Giulio dopo le pesanti condanne inflitte in primo grado - servano da deterrente per fatti criminali del genere».

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